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Per proteggere Gaza e la Flotilla scenda in campo l’Onu, attraverso l’Unifil

A mali estremi, estremi rimedi: data l’urgenza della situazione una Risoluzione delle Nazioni Unite dovrebbe essere approvata entro stasera
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Il portavoce dell’Israelian defence force (Idf) ha annunciato con solennità e malcelata soddisfazione che un potente attacco è stato sferrato a Gaza city, e le truppe israeliane sono entrate indisturbate a Gaza, aggiungendo testualmente “stiamo colpendo dal cielo, dal mare e da terra”.

Questo lo scenario, terribile e crudele, che le agenzie stampa israeliane ci consegnano, mentre la Global Sulmud Flotillia veleggia lentamente verso le coste di Gaza e il resto del mondo libero aspetta e spera che questi seicento volontari, imbarcati da 44 Paesi, possano compiere il doppio miracolo di redimere l’Occidente, lavandolo dalle colpe storiche che si porta verso il popolo palestinese e di far arrivare aiuti umanitari, che Dio solo sa quanto possano essere utili di questi tempi alla popolazione martoriata, in fuga verso un nowhere; tant’è che oramai si è perso il conto ragionieristico di stabilire quanti sono i morti, i feriti e i dispersi.

Questo è, nella sua brutale realistica crudezza, il quadro che ci appare oggigiorno, la cui tinta dominante è il rosso sangue, dove il silenzio dell’Occidente diventa se non complicità almeno ignavia. Cosa resta realisticamente da fare? Possiamo ipotizzare un ultimo disperato tentativo di ridare dignità alle Nazioni Unite e riaffermare i principi basilari del diritto internazionale, calpestano e vilipeso senza ritegno dal governo israeliano, fiancheggiato dagli Usa, come mai si era visto prima.

L’estrema ratio, a nostro avviso, potrebbe essere legata all’immediato intervento della forza dell’Unifil, con i suoi 10.000 caschi blu, provenienti da 50 Paesi, di cui più di mille italiani. C’è bisogno di uno scudo militare in grado di frapporsi all’esercito israeliano che, ricordiamolo, non sta combattendo contro un altro esercito: avanza indisturbato perché non c’è nessuna forza che sia in grado di contenerlo o almeno di ridurne la capacità offensiva.

António Guterres, l’uomo diventato il più solo del pianeta, potrebbe provare, con l’aiuto dei Paesi che più degli altri avvertono il bisogno di far cessare questo sopruso che causa migliaia di morti, prevalentemente tra i più fragili – bambini, donne e persone anziane – ed emanare una Risoluzione che sposti le truppe Unifil nell’area di Gaza col compito di interporsi alla linea dei cannoneggiamenti e dei bombardamenti indiscriminati. Vediamo se Netanyahu avrebbe il coraggio di far aprire il fuoco contro i caschi blu dell’Onu.

A mali estremi, estremi rimedi, e data l’urgenza della situazione una Risoluzione delle Nazioni Unite dovrebbe essere approvata entro stasera e domani esser pronti a far muovere le unità Unifil, notoriamente distinguibili per la livrea bianca, il colore che richiama inequivocabilmente la pace, di cui tutti abbiamo estremo bisogno.

 

Redazione Greenreport

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