Ucraina, orrore senza fine: la centrale nucleare di Zaporizhzhia usata dai russi come luogo di tortura
Per la prima volta nella storia, un impianto nucleare commerciale è stato sequestrato e militarizzato durante un conflitto armato. E, durante quest’occupazione, è stata non solo messa a repentaglio la sicurezza dell’impianto e delle persone che ci lavoravano e che ci vivevano più o meno vicino. Ma stanze e corridoi della centrale sono stati trasformati in camere di tortura. Non è finita. Una società statale impegnata nel settore nucleare ha svolto un ruolo attivo in tutto ciò.
I dettagli di questa orrenda vicenda compaiono in un rapporto intitolato Seizing Power. Le indagini sono state condotte da Truth Hounds, con il supporto esperto di Greenpeace Ucraina. E grazie alla raccolta di testimonianze dirette e l’analisi di immagini satellitari è stato appurato il ruolo della società nucleare statale russa Rosatom nei crimini di guerra, nella repressione dei civili e nelle minacce senza precedenti alla sicurezza nucleare presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Nelle 187 pagine ora consultabili online viene documentato come Rosatom sia diventata un partecipante attivo nell'occupazione militare russa della centrale nucleare di Zaporizhzhia e della città di Enerhodar. Greenpeace Ucraina ha fornito competenze e analisi chiave in materia nucleare che hanno collegato le prove delle punizioni e delle torture inflitte ai lavoratori nucleari ucraini, alle violazioni della sicurezza e ai crescenti rischi per la sicurezza nucleare dell'impianto.
Coprendo il periodo da marzo 2022 a giugno 2025, il rapporto analizza l'evoluzione dell'occupazione di Enerhodar e identifica almeno 7 luoghi di detenzione e 226 casi di detenzione illegale di residenti della città e dipendenti della centrale, la maggior parte dei quali è stata seguita da trattamenti inumani e torture.
Spiega il responsabile dell’indagine, Roman Koval, di Truth Hounds: «La nostra inchiesta evidenzia come le violazioni dei diritti umani siano direttamente collegate ai rischi per la sicurezza nucleare. Stiamo assistendo a una situazione senza precedenti, in cui il personale responsabile del funzionamento sicuro dell'impianto è diventato esso stesso bersaglio. Lo studio dimostra anche il ruolo di Rosatom in questi sviluppi, denunciando il coinvolgimento della società in crimini internazionali e il suo ruolo nell'instaurazione del regime di occupazione a Enerhodar, ed evidenzia le vie da seguire per assicurare la società alla giustizia».
Greenpeace denuncia quel che è avvenuto ma attira anche l’attenzione su quel che ancora oggi sta avvenendo e sui rischi per il futuro. Primo fra tutti, il rischio legato a un riavvio dei reattori: nonostante le condizioni di insicurezza, la dirigenza di Rosatom ha annunciato piani per il riavvio dei reattori. Gli esperti avvertono che tali azioni potrebbero portare a rilasci radioattivi su larga scala con conseguenze a livello continentale. E poi il dito viene puntato sul doppio standard globale: pur essendo complice di crimini di guerra, Rosatom continua a trarre profitto dai progetti nucleari in 33 paesi, controllando il 44% della capacità globale di arricchimento dell'uranio.
Spiega Shaun Burnie, esperto nucleare di Greenpeace Ucraina: «Rosatom ha violato ogni principio di sicurezza nucleare. Le prove raccolte da Truth Hounds collegano direttamente i vertici di Rosatom al rapimento, alla detenzione e alla tortura dei lavoratori nucleari ucraini. Terrorizzando proprio le persone responsabili della sicurezza, Rosatom ha trasformato la centrale nucleare di Zaporizhzhia in una bomba a orologeria. Le attrezzature si stanno deteriorando, il personale russo non è qualificato e le reali condizioni dell'impianto vengono deliberatamente nascoste. L'Europa deve smettere di fare affari con Rosatom e imporre sanzioni devastanti».