Produzione e commercio di prodotti fitosanitari illeciti o contraffatti, «un delitto da inserire nel codice penale»
C’è un mercato che è fortemente in crescita negli ultimi anni. Un mercato illegale, che però prevede sanzioni inadeguate, che non consentono alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria di prevenire e contrastare efficacemente chi è alla base del ciclo. Ovvero chi produce e commercializza prodotti fitosanitari illegali o contraffatti, che estremamente pericolosi per l’ambiente e la salute.
Partendo da questa valutazione condivisa, Coldiretti, Federchimica Agrofarma, Legacoop Agroalimentare e Legambiente hanno elaborato la proposta di inserire nel Codice penale un nuovo delitto che consenta di colmare l’attuale vuoto normativo. Il documento, sottoscritto dalle quattro organizzazioni, è stato inviato al ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, e agli uffici di presidenza della commissione Giustizia della Camera e della commissione Agricoltura del Senato.
L’obiettivo delle quattro associazioni è di far inserire nel più breve tempo possibile il dispositivo nel primo provvedimento utile che sarà discusso in Parlamento. Sottolineano infatti i firmatari della proposta che la diffusione di fitofarmaci illegali o contraffatti rappresenta una minaccia alla salubrità delle produzioni agroalimentari, alla salute dei consumatori e di chi opera in agricoltura, all’ambiente e alle imprese agricole che operano nel rispetto della legalità.
Del resto, i dati relativi alle attività svolte nel nostro Paese dalle forze dell’ordine parlano chiaro. Nel solo 2024, i controlli effettuati sono stati 2.113, con un incremento del 49,8% rispetto al 2023 (1.411 controlli +49,8%), quando erano quasi triplicati rispetto al 2022, anno in cui si era già registrato un forte aumento rispetto al 2022. Le attività investigative hanno portato a 407 reati e illeciti amministrativi (+24,1%), 341 denunce (+13,7%) e 54 sequestri, più che raddoppiati rispetto all’anno precedente. Le sanzioni penali e amministrative sono state 390, con un aumento del + 33,2%. Uno sforzo importante, che deve fare i conti, però, con un sistema sanzionatorio in cui sono previsti reati di carattere contravvenzionale o sanzioni amministrative, che non consentono di sviluppare indagini adeguate.
Anche i dati dell’Europol, relativi all’operazione “Silver Axe” confermano la pericolosa diffusione di queste attività illegali. Tra gennaio e aprile 2023 sono state sequestrate 2.040 tonnellate illegali, quasi il doppio rispetto al 2022 (1.150 tonnellate) e un incremento esponenziale rispetto al 2015, anno della prima operazione, quando i sequestri ammontavano a 190 tonnellate. Complessivamente, nelle prime otto edizioni dell’operazione, sono state sottratte al mercato nero 6.961 tonnellate di prodotti destinati all’agricoltura.
Il mercato nero, sottolinea l’Europol, si fonda principalmente sulla produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti o etichettati in modo fraudolento, nonché sull’importazione illecita di principi attivi vietati nell’Unione europea per la loro pericolosità sanitaria e ambientale. Secondo Europol, le principali aree di provenienza sono l’Asia e l’Asia meridionale, ma non mancano attività produttive anche all’interno dell’Unione europea, spesso riconducibili a organizzazioni criminali strutturate, in particolare di matrice camorristica.
È inoltre evidente che tali attività illecite minano inoltre la competitività del settore agroalimentare europeo e la reputazione degli operatori onesti lungo l’intera filiera.
Il nuovo delitto che secondo la proposta delle quattro organizzazioni andrebbe inserito nel codice penale e che integrerebbe quelli previsti dal disegno di legge sui reati agroalimentari approvato dal Senato lo scorso 26 novembre, sanzionerebbe «produzione e commercio di prodotti fitosanitari illeciti», con la reclusione da due a sei anni, che diventano da tre a otto anni se vengono impiegate «sostanze classificate come altamente tossiche, cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione o comunque tali da arrecare grave pericolo per la sicurezza alimentare, la salute pubblica e l’ambiente». Come per gli altri reati agroalimentari scatterebbero infine la confisca, la possibilità di effettuare operazioni sotto copertura e le sanzioni pecuniarie previste per le imprese coinvolte.