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Presentata oggi alla Camera, servono 50mila firme per puntare al -55% entro il 2030

Al via la proposta di legge d’iniziativa popolare per tagliare le emissioni di gas serra italiane

Scalia: «Sarà un’occasione di informazione e mobilitazione dei cittadini sul tema dei cambiamenti climatici»
 |  Crisi climatica e adattamento

È stata presentata stamattina alla Camera la proposta di legge d’iniziativa popolare “Almeno il 55%”, promossa da un ampio fronte di ambientalisti con l’intento di far assumere al Governo italiano l’obiettivo del 55% di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030, ben più ambizioso del circa -33% contenuto nel Piano integrato energia e clima (Pniec) avanzato dal Governo Conte I e oggi in fase di ultimazione; un orizzonte ben più limitante rispetto a quello che va delineandosi in Europa, con la neo-presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha proposto un target di riduzione comunitario del 50-55% (quello in vigore punta al -40%).

Uno dei padri nobili dell’ambientalismo scientifico italiano, Massimo Scalia, ha riassunto oggi in sala stampa i punti fondamentali della proposta di legge: costituzione di un fondo apposito per il conseguimento dell’obiettivo, da inserire nella legge di bilancio; azioni internazionali del Governo italiano per una “moratoria” mondiale dei combustibili fossili; provvedimenti del ministero dell’Istruzione e di quello dell’Ambiente per l’educazione all’ambiente e alla sostenibilità; riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad), che ancora vengono erogati dal Governo a favore dei combustibili fossili per circa 17 miliardi di euro all’anno, in misura adeguata a coprire anno per anno il “fondo per il contrasto ai cambiamenti climatici” fino al 2030.

Adesso il prossimo passo sarà quello della raccolta firme: l’iter di legge prevede che per dare gambe all’iniziativa popolare se ne raccolgano almeno 50mila, autenticate. «La raccolta delle firme – argomenta Scalia – sarà un’occasione di informazione e mobilitazione dei cittadini sul tema dei cambiamenti climatici, delle loro drammatiche conseguenze e di quel che dobbiamo pretendere dai Governi per fronteggiare al massimo questa minaccia. Spero che anche grandi associazioni e le stesse organizzazioni sindacali vogliano darci una mano sostanziosa in questa sfida tanto impegnativa quanto necessaria».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.