L’inverno è arrivato, ma sulle montagne italiane manca il 52% della neve
Dalle temperature atmosferiche particolarmente miti ancora non sembra, ma ieri è stato giorno di solstizio: l’inverno è ufficialmente iniziato, le ore di luce tornano timidamente a crescere, ma sulle montagne italiane manca più della metà della neve – una delle principali riserve d’acqua del Paese – rispetto alla media storica. A scala nazionale l’equivalente idrico nivale mostra infatti un deficit pari a -52%, secondo i dati messi in fila dalla Fondazione Cima.
«L’accumulo dipende dalla concomitanza di temperature inferiori allo zero e precipitazioni abbondanti sotto forma di nevicate – ricorda nel merito la Fondazione – Nel corso di novembre, le temperature sono risultate lievemente inferiori alla media su ampie porzioni delle montagne italiane, creando un contesto favorevole alla neve, in particolare verso la fine del mese. Questo ha permesso una prima crescita del manto nevoso, che però non è stata sostenuta da un’adeguata disponibilità di precipitazioni (specialmente a Nord-Ovest, la casa della risorsa idrica nivale del Po)». Il quadro è poi cambiato con l’arrivo di un’intensa fase mite all’inizio di dicembre, che ha inciso in modo significativo sull’accumulo.
Risultato? Al 13 dicembre, il deficit nel bacino del Po era pari a -48%; una situazione analoga si osserva nel bacino dell’Adige, dove il deficit raggiunge il -52%. «Le condizioni sono comparabili a quelle dello stesso periodo della scorsa stagione, che aveva poi visto un recupero significativo tra gennaio e febbraio. Anche quest’anno, dunque – sottolinea la Fondazione –, l’evoluzione dei prossimi mesi sarà determinante per capire se l’accumulo potrà colmare il gap iniziale».
Lungo l’arco appenninico, invece, la situazione è ancora più critica, con un deficit complessivo dell’equivalente idrico nivale pari a -67%. L’andamento di dicembre e gennaio si prevede complesso e sarà determinante per capire come andrà veramente la stagione nivale.