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Venezia, la Toscana pronta «ad aiutare la città e i suoi abitanti»

Rossi: «Zaia mi ha detto dei 5 miliardi del Mose che stanno ancora inutilizzati sott'acqua, e del fatto che in ogni caso non avrebbero tutelato piazza San Marco»
 |  Crisi climatica e adattamento

Nel novembre di 53 anni fa a finire sott’acqua toccò anche a Firenze, con la drammatica alluvione e la conseguente esondazione dell’Arno del 1966: un episodio che ha segnato la storia e la memoria della Toscana, oggi in prima fila per rispondere al grido d’allarme che sta arrivando da Venezia.

«Ho parlato con Luca Zaia – dichiara il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi – che mi conferma la situazione di devastazione a Venezia invasa dall'acqua alta. L'ho sentito davvero sgomento ma anche determinato a reagire. Mi ha ringraziato per la telefonata. Gli ho detto che siamo pronti con la nostra protezione civile, che vogliamo aiutare i cittadini di Venezia in ogni modo, che tutta la competenza della Toscana in materia di recupero di opere d'arte è a disposizione».

Dopo la marea record di 187 cm che ha sommerso il capoluogo veneto ieri  notte la situazione rimane critica, e nell’area si stimano già danni nell’ordine delle centinaia di milioni di euro. Per sottolineare l’eccezionalità dell’emergenza è utile ricordare che in 1200 anni è capitato solo sei volte che la marea invadesse la Basilica, due delle quali sono avvenute nell’ultimo anno. Un trend spinto dai cambiamenti climatici in corso, e che si stima porteranno l’innalzamento del mare lungo le coste italiane – Toscana compresa, naturalmente – a circa +1 metro entro 80 anni.

Un’emergenza contro la quale anche Venezia, che ha il mare nel sangue, si trova impreparata ad affrontare. Il governatore Zaia «mi ha detto – continua al proposito Rossi – dei 5 miliardi del Mose che stanno ancora inutilizzati sott'acqua, e del fatto che in ogni caso non avrebbero tutelato piazza San Marco. Chiude l'Ilva e annega Venezia: senza la buona politica l'Italia non si salverà».

L. A. 

Redazione Greenreport

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