
Biodiversità, clima, natura: il mondo ambientalista boccia la proposta di bilancio di Bruxelles

Ci vorranno un paio di anni di discussioni all’interno degli organismi comunitari e dei governi nazionali, prima che venga approvato il bilancio pluriennale dell’Unione europea. Ma intanto, i commenti a caldo sulla proposta della Commissione Ue di quello che formalmente si chiama Quadro finanziario pluriennale sono largamente negativi. Dopo la bocciatura arrivata dai relatori del testo al Parlamento europeo per la mancanza di ambizione (nel merito) e di trasparenza (nel metodo), ulteriori critiche arrivano dal mondo dell’associazionismo. Limitando lo sguardo all’Italia, la Lipu-BirdLife sottolinea che «la biodiversità e l’azione per il clima vengono fortemente penalizzate» mentre, allargando lo sguardo alle sigle ambientaliste europee, la rete di Ong Can Europe individua numerose «lacune in materia di clima e natura» e l’European environmental bureau parla addirittura di «un bilancio che minaccia la vita».
Ecco i dettagli di queste affermazioni. La Lipu definisce la proposta partorita da Bruxelles molto deludente per i cittadini europei, essenzialmente per tre motivi: il primo è l'assenza di un bilancio specifico per la conservazione e il ripristino della natura, quando invece l'ultima revisione dell’attuazione della politica ambientale dell'Ue ha evidenziato un aumento del deficit di finanziamento per rispettare gli impegni ambientali. Ciò significa, spiega l’associazione, che molto probabilmente non ci saranno fondi sufficienti per proteggere i nostri ecosistemi, aumentare la nostra resilienza ai cambiamenti climatici e sostenere i mezzi di sussistenza delle persone in tutta l'Ue.
Il secondo motivo di preoccupazione evidenziato dalla Lipu è che la proposta concede una maggiore flessibilità agli Stati membri, rischiando di innescare una corsa ai guadagni a breve termine a scapito della stabilità e della resilienza a lungo termine. Infine, terzo motivo, lo smantellamento dello strumento Life, l'unico programma dedicato alla biodiversità, che non solo significa abbandonare anni di successi nella conservazione della natura e nel ripristino degli ecosistemi attraverso progetti ad alto impatto, ma anche un'azione europea fondamentale per la cooperazione tra autorità locali, agricoltori, imprese e comunità locali.
«Mentre affrontiamo un aggravamento della crisi naturale e climatica – dichiara Claudio Celada, direttore area conservazione natura della Lipu - il bilancio a lungo termine proposto dall'UE non offre una via chiara per affrontarla. E, fatto ancor più preoccupante, la biodiversità non trova posto nel bilancio dell’Unione europea, senza finanziamenti specifici né priorità chiare. La proposta invece – prosegue Celada - distribuisce la natura, frammentandola, tra priorità generali come la competitività industriale e mette in secondo piano il ruolo fondamentale che gli ecosistemi sani svolgono nel sostenere la nostra economia, i nostri sistemi alimentari e la nostra sicurezza dagli impatti climatici. Stiamo assistendo a un pericoloso passo indietro in un momento in cui il nostro pianeta in fiamme richiederebbe invece un'azione coraggiosa».
Le associazioni aderenti alla rete di Can Europe non bocciano in toto la proposta di Bruxelles, ma ne evidenziano diverse lacune e criticità. «Nonostante alcuni elementi positivi – si legge nella nota che hanno pubblicato dopo la conferenza stampa di ieri di von der Leyen – la proposta della Commissione non riesce a garantire che il prossimo bilancio a lungo termine dell'Ue contribuisca in misura sufficiente a colmare gli investimenti aggiuntivi necessari per raggiungere obiettivi climatici ambiziosi e a colmare il divario di spesa per la biodiversità». Can Europe giudica positivamente che la Commissione proponga un bilancio dell'Ue di 2.000 miliardi di euro a prezzi correnti, di cui 700 miliardi di euro sarebbero destinati agli investimenti verdi, aggiustati in considerazione dell'inflazione. Ma, viene fatto notare, queta cifra solo apparentemente è in aumento rispetto a quella prevista dal precedente bilancio. La verità è che i 700 miliardi per investimenti verdi rappresentano una riduzione. A prezzi 2018, il bilancio 2021-2027, con il fondo di recupero post-COVID-19 Next Generation EU, ha stanziato infatti un totale di 577,5 milioni di euro per gli obiettivi verdi, che a prezzi 2025 si traduce in 750,2 milioni di euro. In breve, nonostante le cifre, l'attuale proposta non riesce ad aumentare i finanziamenti disponibili per il clima e altri obiettivi ambientali.
E questa non è l’unica falla riscontrata nel bilancio proposto dalla Commissione Ue rispetto alla questione ambientale. Il testo della Commissione europea, sottolinea l’European environmental bureau, suggerisce che il programma Life dell'Ue - l'unico fondo dedicato all'ambiente, alla natura e all'azione per il clima dell'Unione - verrebbe abrogato e solo alcuni elementi verrebbero assorbiti in un nuovo Fondo europeo per la competitività, compromettendo il comprovato ritorno sugli investimenti e i contributi di Life al clima, alla natura e alle persone. Denuncia l’Eeb: «Invece di mantenere un approccio globale alla protezione dell'ambiente, all'azione per il clima e all'economia circolare - come Life ha fatto per oltre 30 anni - il testo fa riferimento solo alla competitività dell'economia circolare, alla decarbonizzazione e alla transizione energetica. Si tratta di un restringimento del campo di applicazione molto preoccupante, proprio mentre il riesame dell'attuazione della normativa ambientale della Commissione mostra che la maggior parte degli Stati membri non sta rispettando gli obblighi ambientali dell'Ue, e la società ne sostiene i costi. I risultati indicano chiaramente una cosa: sono necessari più finanziamenti dedicati, non meno. Investire ora è molto più economico che pagare il collasso ecologico in futuro».
