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Il Parco nazionale del Vesuvio continua a bruciare, a fuoco l’equivalente di 680 campi da calcio

Stanotte le fiamme hanno ripreso ad avanzare, ora sotto controllo grazie a Canadair e mezzi di soccorso. La procura di Nola intanto ha aperto un’inchiesta
 |  Crisi climatica e adattamento

Le fiamme non danno tregua al Parco nazionale del Vesuvio. Nella notte, il fronte dell’incendio ha ripreso vigore, minacciando le aree abitate di Trecase e Torre del Greco. «All’imbrunire era tutto sotto controllo, poi nel giro di un’ora non si è capito più niente. L’incendio è ripartito subito con fiamme altissime. E abbiamo veramente temuto il peggio», racconta il presidente dell’Ente Parco, Raffaele De Luca. Il focolaio sul versante Matrone, alimentato dal vento, si è esteso proprio quando i velivoli non potevano più intervenire.

«Quando l’incendio ha cominciato ad estendersi pericolosamente verso Torre del Greco, abbiamo dovuto prendere in considerazione l’ipotesi di evacuare alcune case perché di notte non si può intervenire in altri modi. Eravamo pronti, ci siamo preparati. Poi non c’è stato bisogno, adesso la situazione è tornata sotto controllo grazie all’intervento dei Canadair e degli altri mezzi di soccorso», aggiunge De Luca.

Già ieri erano in azione sei Canadair e quattro elicotteri sono tornati in azione, supportati da circa 350 persone tra vigili del fuoco, volontari della Protezione civile, forze dell’ordine e operatori locali. La mobilitazione nazionale, chiesta dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e decretata dal ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, ha portato rinforzi da più regioni. «Ho decretato – ha annunciato Musumeci – lo stato di mobilitazione straordinaria del servizio nazionale di Protezione civile. Così consentiamo al nostro Dipartimento nazionale di assicurare il coordinamento dell'intervento del Servizio nazionale a supporto delle autorità regionali, anche col concorso di uomini e mezzi da altre Regioni».

Il sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri, parla di uno «scenario apocalittico». Sono già andati distrutti circa 4,8 chilometri quadrati di vegetazione, equivalenti a 680 campi da calcio. La procura di Nola ha aperto un’inchiesta, affidando ai carabinieri forestali una task force investigativa specializzata per accertare le cause del rogo.

Redazione Greenreport

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