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Il ministero dell’Ambiente: con prezzi elevati del gas nel 2026, l’Ets2 potrebbe essere rinviato al 2028

Il governo, rispondendo a un’interrogazione parlamentare del deputato Pd Simiani, fa sapere che sta elaborando due scenari riguardo il Fondo sociale per il clima, a seconda se le nuove norme per la riduzione delle emissioni entrino in vigore dal 2027 o meno
 |  Crisi climatica e adattamento

«In merito all’eventualità di un rinvio dell’Ets2, si precisa che la vigente Direttiva europea di riferimento prevede che entro il 15 luglio 2026 la Commissione pubblichi un avviso circa il verificarsi, nel periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2026, di condizioni di prezzo del gas e/o del greggio particolarmente elevate». Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica apre a nuovi scenari, circa l’Emission trading scheme 2, ovvero il secondo sistema europeo di scambio delle emissioni che dovrebbe entrare in vigore dal 2027. Secondo stime attendibili, con le nuove norme che puntano a ridurre le emissioni di settori chiave – trasporti, riscaldamento e Pmi – finora esclusi dal mercato del carbonio dell’Unione europea, una famiglia potrebbe spendere fino a 230 euro in più all’anno per energia e trasporti, ma come evidenziato da altrettanto attendibili e fondate analisi, l’Ets2 a determinate condizioni può rappresentare non un’ulteriore tassa che va a pesare sulle tasche dei contribuenti, ma uno strumento di redistribuzione e di sostegno ad ampie fasce della popolazione.

Ora però si sta anche ragionando sull’ipotesi di un rinvio delle nuove norme. Lo ha precisato il Mase rispondendo a una interrogazione parlamentare del Pd a firma del deputato Marco Simiani relativa al Fondo sociale per il clima. Come si legge nel resoconto della Camera (pagina 148 del testo) il ministero in caso di prezzi di gas e greggio «particolarmente elevati» metterebbe in moto «un meccanismo di salvaguardia, per evi- tare che l’introduzione dell’Ets2 possa aggravare situazioni di crisi energetica, ca- ratterizzate da prezzi eccezionalmente elevati delle materie prime».

L’Italia è un paese in cui il problema della povertà energetica è tutt’altro che marginale, considerando che riguarda quasi una famiglia ogni dieci (2,36 milioni di famiglie per la precisione, il 9% del totale).

Il Mase fa ora sapere che l’eventualità di prezzi alti dei combustibili fossili nei primi sei mesi del prossimo anno «determinerebbe il rinvio dell’Ets2 al 2028, con un impatto diretto e significativo sull’operatività del Fondo sociale per il clima, la cui entrata in funzione è strettamente connessa all’avvio dell’Ets2».

Nella predisposizione del Piano sociale per il clima da trasmettere alla Commissione europea ai fini dell’approvazione, spiega il Mase nella risposta all’interrogzione parlamentare del deputato Pd Simiani, «il Governo italiano sta perciò elaborando due differenti scenari: quello relativo all’avvio dell’Ets2 nel 2027 con una dotazione piena di risorse; quello alternativo correlato al rinvio dell’Ets2 al 2028, con una dotazione ridotta di risorse e la conseguente rimodulazione temporale e quantitativa delle misure e degli interventi previsti».

Redazione Greenreport

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