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Appello alla Cop30 di 400 organizzazioni scientifiche e ambientaliste contro la disinformazione climatica

Tra i firmatari, docenti universitari e ricercatori, oltre a sigle come Climate action network international, Wwf, 350.org, Client earth e Global disinformation index. La richiesta ai partecipanti al vertice in corso a Belém è di mettere in campo «azioni immediate e vincolanti»
 |  Crisi climatica e adattamento

Oltre 400 organizzazioni scientifiche, ambientaliste e sociali hanno lanciato un appello ai negoziatori della Cop30, in corso a Belém, chiedendo «azioni immediate e vincolanti» per fermare la crescente ondata di disinformazione sul cambiamento climatico.

La richiesta è contenuta in una lettera pubblica sottoscritta in poche ore, mentre altre se ne vanno via via aggiungendo, da oltre 400 personalità del mondo scientifico e organizzazioni non governative tra cui Climate Action Network International, Wwf, 350.org, Client Earth e Global Disinformation Index.

I firmatari dell’appello rivolto ai partecipanti al vertice per il clima delle Nazioni Unite denunciano che la diffusione di notizie false e contenuti manipolati sulla crisi climatica mina la fiducia pubblica, ostacola l'adozione di politiche efficaci e rallenta la transizione energetica. Nella lettera viene citata una recente dichiarazione del segretario generale Onu Antonio Guterres - «Dobbiamo combattere le campagne coordinate di disinformazione che ostacolano il progresso globale in materia di cambiamenti climatici» - chiedendo di agire conseguentemente.

Nella lettera si accusa l'industria dei combustibili fossili di finanziare campagne coordinate di disinformazione con l'obiettivo di creare «una percezione artificiale di divisione e apatia» e di screditare le soluzioni basate sulle energie rinnovabili.

Per la prima volta, tra l’altro, il tema della disinformazione è stato incluso ufficialmente nell'agenda negoziale di una conferenza sul clima Onu in corso in Brasile. L'appello invita i governi dei 170 Paesi partecipanti alla Cop in Amazzonia ad adottare misure forti per proteggere l'integrità dell'informazione climatica, agendo su tutto il sistema di produzione dei contenuti: dai social media ai mezzi di comunicazione tradizionali, fino al settore pubblicitario.

Redazione Greenreport

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