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GEO-7: Trasformazioni per un ambiente sostenibile

 |  Crisi climatica e adattamento

È stato presentato nei giorni scorsi a Nairobi il Global Environment Outlook 7 (GEO-7) dell’UNEP, il principale rapporto scientifico sullo stato dell’ambiente mondiale. Il GEO-7 fornisce una valutazione completa e interdisciplinare delle crisi ecologiche globali e delle loro cause sistemiche. L’edizione appena pubblicata fotografa un pianeta in piena destabilizzazione ecologica e mostra come crisi climatiche, perdita di biodiversità, degrado del suolo, inquinamento e rifiuti si stiano intensificando insieme, trasformandosi in una crisi sistemica globale. Il mondo è fuori rotta rispetto agli obiettivi ambientali, ma il GEO-7 ricorda che le soluzioni esistono e richiedono azioni rapide e coordinate.

Lorenzo Ciccarese di ISPRA ha avuto un ruolo centrale nel processo che ha portato alla redazione del GEO-7, presiedendo gli Open Ended Meetings e partecipando al MESAG.

Pubblichiamo di seguito la seconda delle tre parti in cui si articola la sintesi dell’intero rapporto.
Il rapporto completo è disponibile al link https://www.unep.org/resources/global-environment-outlook-7


Un futuro sostenibile e socialmente equo rimane possibile, ma solo attraverso trasformazioni rapide, coordinate e profonde dei sistemi economico-finanziari, energetici, alimentari e dei materiali. Gli scenari GEO-7 mostrano che gli obiettivi ambientali globali citati prima possono essere raggiunti se si adottano percorsi alternativi basati su cambiamenti sistemici più radicali rispetto alle tendenze attuali.

La modellizzazione degli scenari indica che miglioramenti di efficienza, riduzione dello spreco alimentare e cambiamenti nelle diete globali potrebbero ridurre significativamente la domanda di energia, suolo e materiali, creando sinergie tra obiettivi climatici, biodiversità, inquinamento e degrado del suolo. Ad esempio, ridurre lo spreco alimentare e diminuire il consumo di prodotti animali libererebbe milioni di ettari di terreno, consentendo al sistema terrestre di diventare un assorbitore netto di carbonio, mentre si riduce contemporaneamente la pressione sugli ecosistemi naturali e, in generale, sulla biodiversità.

Gli investimenti richiesti per la trasformazione dei sistemi raggiungono un picco di circa 3 trilioni di dollari/anno intorno al 2040, corrispondenti all’1,5% dell’attuale PIL globale. Tuttavia, i benefici economici e sociali superano ampiamente i costi: i danni evitati e i guadagni netti potrebbero raggiungere 20 trilioni di dollari/anno entro il 2070 e oltre 100 trilioni entro il 2100, aumentando il PIL globale fino al 25%. I benefici per la salute pubblica sono altrettanto rilevanti: aria più pulita, diete migliori e minore competizione per le risorse potrebbero evitare oltre 9 milioni di morti premature entro il 2050, salendo a oltre 50 milioni entro il 2100.

Il quadro per la trasformazione dei sistemi proposto da GEO-7 si basa su sei principi fondamentali e un processo articolato in sette fasi. Queste includono l’identificazione degli obiettivi di sistema, la valutazione di soluzioni contestualizzate, la definizione di combinazioni di leve strategiche e la mappatura delle interazioni tra gli attori coinvolti. Le leve — governance, sistemi economico-finanziari, dimensione socio-culturale, conoscenza e innovazione, e capacità di gestione — devono evolversi attraverso valutazioni iterative per adattarsi a contesti mutevoli e shock globali.

I Popoli Indigeni governano o detengono diritti consuetudinari su almeno il 25% della superficie terrestre, ospitando una quota sproporzionata della biodiversità globale. La loro conoscenza tradizionale, centrata sull’etica della cura e sulle relazioni con la natura, supporta la gestione sostenibile di acqua e suolo, la conservazione della biodiversità e pratiche agroecologiche rigenerative. La valorizzazione delle tradizioni culturali e linguistiche indigene è strettamente correlata alla resilienza degli ecosistemi. La governance inclusiva, il consenso libero, preventivo e informato, e la co-creazione di conoscenza sono fondamentali per garantire trasformazioni legittime e rispettose dei diritti territoriali.

La transizione energetica globale richiede diversificazione delle fonti, decarbonizzazione, gestione della domanda e sviluppo di catene del valore sostenibili per minerali critici (CETM). Gli scenari GEO-7 prevedono rapida elettrificazione, crescita delle tecnologie low- e zerocarbon, e incrementi significativi di efficienza energetica, con l’elettrificazione dell’energia finale che più che raddoppia entro il 2050. La rimozione di CO₂, inclusi la valorizzazione della bioenergia associata alle tecniche di carbon capture and storage (BECCS), biochar, cattura diretta dall’aria e weathering accelerato, è cruciale per raggiungere un livello pardi a zero delle (net-zero emissions), mentre i settori difficili da elettrificare necessitano di biocarburanti sostenibili, idrogeno verde, ammoniaca e metano.

Nei sistemi alimentari, pratiche agricole sostenibili, riduzione dei prodotti animali, riduzione degli sprechi e riforme nelle catene di approvvigionamento possono ridurre le emissioni, il degrado del suolo e lo stress idrico, garantendo sicurezza alimentare e equità. Diete più sostenibili e circolari, insieme a regolamentazioni, educazione e incentivi fiscali, sono strumenti essenziali.

La protezione e il ripristino degli ecosistemi naturali, combinati con pratiche agricole sostenibili, costituiscono la base per la biodiversità, la neutralità del degrado del suolo e la mitigazione climatica. GEO-7 identifica cinque percorsi principali: protezione di ecosistemi e biodiversità tramite gestione sostenibile e governance indigena, soluzioni basate sulla natura, resilienza socio-ecologica, bioeconomia e circolarità, e governance adattiva con inclusione di comunità locali e indigene.

ISPRA

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