Skip to main content

Fao: 43 milioni di persone esposte a fame acuta

«I punti critici dell'insicurezza alimentare acuta richiedono attenzione urgente» C’è bisogno di 900 milioni di dollari
 |  Enogastronomia moda turismo

Mentre l'attenzione globale si concentrata sul coronavirus e sugli sciami di locuste che hanno attaccato le coltivazioni in Africa orientale, la Fao avverte che «Anche altri paesi e regioni si trovano ad affrontare gravi minacce alla sicurezza alimentare e richiedono supporto» e per questo chiede «900 milioni di dollari per raggiungere 43 milioni di persone vulnerabili e dipendenti dall'agricoltura, a rischio di crescente insicurezza alimentare acuta in 22 paesi: Libia, Mali, Burkina Faso, Ciad, Niger, Nigeria, Repubblica centrafricana, Camerun, Sudan, Sud Sudan, Etiopia, Somalia, Repubblica democratica del Congo e Burundi in Africa, Palestina, Siria, Iraq, Yemen, Myanmar, Afghanistan e Corea del Nord in Asia e Haiti in America.

Si tratta della componente FAO dell'appello unificato 2020 del sistema delle Nazioni Unite. Non comprende gli ulteriori 138 milioni di dollari che l'Organizzazione sta cercando per i Paesi dell'Africa orientale colpiti dalla recrudescenza delle locuste.

Il direttore generale della Fao, Qu Dongyu ha sottolineato che «I mezzi di sussistenza della maggior parte delle persone, esposte a insicurezza alimentare acuta a livello globale a causa di conflitti, effetti del cambiamento climatico o difficoltà economiche, dipendono dall'agricoltura. Dobbiamo fornire loro gli strumenti necessari per affrontare queste sfide e rafforzare la loro resilienza per risollevarsi».

L'appello 2020 della FAO delinea una serie di iniziative che puntano a «incrementare la produzione alimentare locale ottimizzando la nutrizione, rafforzando al tempo stesso la resilienza delle persone a crisi come conflitti, insicurezza, parassiti e condizioni climatiche estreme». Attività che variano di Paese in Paese, ma l'obiettivo della FAO è quello di «aiutare le persone a produrre cibo nutriente e reddito, nonché a diventare autosufficienti il più rapidamente possibile, il che può avvenire fornendo input agricoli come sementi, attrezzi, fertilizzanti e altri input per le coltivazioni, il ripopolamento del bestiame, fornendo mangimi, cure veterinarie, distribuendo attrezzature per la pesca e assistenza in denaro, affinché le persone possano soddisfare le esigenze immediate continuando a produrre alimenti».

Inoltre, la Fao sta collaborando con le comunità per «aiutarle a rafforzare il loro approccio all'agricoltura e la gestione delle risorse naturali, a incrementare la loro produttività agricola e a implementare strategie di diversificazione dei mezzi di sussistenza».

L'ultima edizione del Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari indica che «I fattori dell'insicurezza alimentare acuta sono i conflitti, gli shock legati al clima, le calamità naturali, malattie e parassiti di piante, animali e crisi economica. È evidente che vanno affrontate le cause di fondo. Investire nella riduzione del rischio e nello sviluppo delle capacità delle persone vulnerabili affinché possano resistere alle crisi prima che si verifichino è un approccio più umano, efficace ed efficiente in termini di costi rispetto al reagire alle conseguenze delle calamità.L'eccezionale assistenza umanitaria della FAO combina risposte a breve termine con azioni di prevenzione e interventi di costruzione della resilienza a lungo termine, che cercano di rafforzare la capacità di affrontare le conseguenze delle popolazioni vulnerabili prima che si verifichino le crisi».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.