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Firenze lancia la sfida della food policy e progetta strategie locali per un’alimentazione sostenibile

All'incontro "Dalla terra al piatto" istituzioni, terzo settore e operatori economici hanno discusso di una politica alimentare urbana capace di coniugare ambiente, equità sociale ed economia locale
 |  Enogastronomia moda turismo

Come costruire una politica alimentare urbana giusta, sostenibile e capace di rispondere alle sfide ambientali e sociali di oggi? È la domanda attorno alla quale ha ruotato “Dalla terra al piatto”, l’incontro organizzato da Volt negli spazi di Zap - Zona aromatica protetta. La sala gremita e il pubblico giovane hanno testimoniato quanto il tema del cibo sia sentito, non solo per l’impatto sulle abitudini quotidiane, ma anche per il suo legame con l’ambiente e la giustizia sociale.

Nel mondo, secondo la Fao, i sistemi agroalimentari generano il 29,7% delle emissioni globali di gas serra, con un aumento del 10% rispetto al 2000. Gli allevamenti da soli pesano per oltre un quarto delle emissioni agrifood. In Italia, i dati Ispra mostrano che il 7% delle emissioni nazionali proviene dall’agricoltura, dove l’allevamento rappresenta la principale fonte di impatto ambientale. A questo si somma il dramma dello spreco alimentare: oltre 14 miliardi di euro bruciati ogni anno, pari a 4,5 milioni di tonnellate di cibo gettato lungo tutta la filiera, mentre 13,5 milioni di italiani rischiano la povertà o l’esclusione sociale.

Anche per questo, a Firenze si punta su politiche alimentari più eque e sostenibili.
Al centro del dibattito, temi che toccano da vicino la vita quotidiana: produzione locale, povertà, appalti e mense pubbliche, spreco alimentare, logistica.

Paola Galgani, vicesindaca di Firenze con delega all’Ambiente, agricoltura urbana e tutela degli animali, ha ricordato l’impegno del Comune nel costruire una politica alimentare urbana integrata e sostenibile. Ha sottolineato come le azioni messe in campo, tra cui il Distretto di economia civile e i nuovi orti urbani, vogliano promuovere un sistema alimentare che tenga insieme sviluppo economico, tutela ambientale e giustizia sociale. Ha inoltre evidenziato l'importanza di collaborazioni sovracomunali per sostenere l'agricoltura biologica e la necessità di affrontare le sfide della ristorazione locale.

Da Roma Capitale è intervenuto Fabio Bonanno, che ha raccontato come nella città sia nato il Consiglio del cibo e come sia stato istituito un ufficio specifico dedicato alla food policy. «Una food policy urbana si costruisce rendendola visibile, partecipata e utile ai cittadini», ha spiegato, anticipando nuove iniziative come show cooking nei mercati con prodotti di recupero e attività educative durante eventi pubblici come il Giro d’Italia.

Davide Zarri, economista agroalimentare e consigliere comunale a Castel Maggiore, ha insistito sul bisogno di considerare il cibo come un diritto e non come una semplice merce, sottolineando l’importanza di coinvolgere anche le città medio-piccole nella costruzione di reti di politiche comuni. Ha evidenziato, inoltre, come la mancanza di una regia nazionale renda più difficile un approccio sistemico.

Daniela Patti, co-presidente di Volt Italia, ha messo in evidenza il ruolo della pubblica amministrazione come abilitatrice di una nuova cultura del cibo, attraverso strumenti concreti come appalti socialmente ed ecologicamente responsabili e la valorizzazione degli spazi pubblici. «Volt lavora dall’Europarlamento fino ai quartieri: la vera sfida è costruire coerenza tra strategie europee e decisioni locali», ha osservato, citando esperienze virtuose europee da cui trarre ispirazione.

Nella seconda parte del confronto, spazio agli operatori economici e al terzo settore.
Gianni Tapinassi, presidente di Mercafir ScpA, ha descritto il centro agroalimentare come una “pagina bianca” pronta a diventare uno snodo strategico della filiera cittadina, a patto di avere orizzonti politici stabili e investimenti sicuri. Ha posto l’accento sulle criticità della logistica urbana, che resta il punto debole del sistema.

Sulla stessa linea, Piero Ranfagni di Legambiente e del Banco Alimentare della Toscana ha proposto una Mercafir rinnovata come hub del “cibo buono”, con una doppia funzione: commercio al dettaglio per il quartiere e commercio all’ingrosso servito da flotte elettriche per il resto della città. «La povertà alimentare non si combatte con la beneficenza» ha affermato, richiamando l'attenzione sulla necessità di salari dignitosi e contratti di lavoro regolari.

A chiudere il confronto è stata Chiara Brandi, consulente in comunicazione per il settore food, che ha sottolineato quanto sia difficile per le piccole imprese della filiera corta ottenere visibilità. «Le piccole aziende familiari esistono, ma spesso restano nicchie e stentano ad affermarsi. Il Comune può creare le condizioni abilitanti: spazi, vetrine, strumenti di promozione», ha spiegato.

Il dibattito, moderato dall’economista ecologica Elisa Meloni, ha confermato quanto il tema della politica alimentare sia sentito e attuale.
Volt ha rinnovato l'invito a cittadini e associazioni a partecipare al Tavolo Educazione e formazione permanente del Distretto dell’economia civile, per contribuire concretamente alla costruzione di un sistema alimentare più giusto e sostenibile.
Per aderire, è possibile scaricare il modulo dal sito del Comune di Firenze e inviarlo all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Vincenza Soldano

Vincenza per l’anagrafe, Enza per chiunque la conosca, nasce a Livorno il 18/08/1990. Perito chimico ad indirizzo biologico, nutre da sempre un particolare interesse per le tematiche ambientali, che può coltivare in ambito lavorativo a partire dal 2018, quando entra a fare parte della redazione di Greenreport.it