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Da Belém a Roma, il Climate pride torna in piazza il 15 novembre per una transizione giusta

Promosso da 73 realtà della società civile, partirà alle ore 14:00 da Piazzale Aldo Moro per integrare protezione ambientale, diritti dei lavoratori e sviluppo equo
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I leader di oltre 160 Paesi sono da oggi riuniti a Belém, nel cuore dell’Amazzonia, per la 30esima Conferenza delle parti (Cop30) che è chiamata a dare nuovo slancio alle politiche climatiche un decennio dopo lo storico Accordo di Parigi. Missione improba – soprattutto dopo il forfait degli Stati Uniti a guida trumpiana – ma indispensabile: per questo la società civile non ha intenzione di stare a guardare.

A Roma il 15 novembre alle ore 14:00 da Piazzale Aldo Moro prenderà il via la seconda edizione del Climate pride, la manifestazione nazionale che porta in piazza la richiesta di giustizia climatica e sociale, ma anche di scelte politiche coraggiose. Promosso da 73 realtà della società civile – tra cui spiccano realtà come Legambiente, Wwf, Greenpeace, Cospe –, il Climate pride promuove una giusta transizione che integri protezione ambientale, diritti dei lavoratori e sviluppo equo, favorendo occupazione di qualità e sostenibilità nel rispetto dei diritti fondamentali.

«L'attuale equilibrio geopolitico – spiegano gli organizzatori – è caratterizzato da una drammatica interconnessione tra crisi climatiche, conflitti globali e ingiustizie sociali. Il modello economico basato sull’estrazione e sull’uso dei combustibili fossili alimenta disuguaglianze, guerre e devastazione ambientale. Il riarmo e l’industria fossile rappresentano due facce della stessa dinamica estrattivista e coloniale, finalizzata a proteggere profitti privati a discapito di popoli, territori e ecosistemi. I conflitti in corso, dal genocidio in Palestina alle guerre legate al controllo delle risorse naturali, sono strettamente connessi alla dipendenza globale da gas, carbone e petrolio, e gran parte delle spese militari viene destinata alla protezione di progetti di estrazione delle multinazionali».

Con questa consapevolezza alle spalle, la manifestazione arriverà nelle strade di Roma con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sull’urgenza di abbandonare un modello di sviluppo fossile ed estrattivista, responsabile di crisi climatiche, guerre e disuguaglianze.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.