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Economia circolare, nasce il Tavolo interassociativo recupero e riciclo (Tairr)

Le associazioni delle imprese di settore: «Occorrono strumenti, ancora oggi carenti, per accrescere ed ampliare la domanda di prodotti da materiali riciclati»
 |  Green economy

Assorecuperi, Assorimap, Assosele, Fise Assoambiente e Fise Unire hanno sottoscritto oggi il Protocollo d’intesa per la costituzione del “Tavolo interassociativo recupero e riciclo” (Tairr), presentando ufficialmente a Roma un’iniziativa che nasce per coordinare strategie, documenti, progetti e iniziative comuni tra gli aderenti: un tavolo permanente con l’obiettivo dichiarato di meglio rappresentare e far conoscere ai decisori tecnico-politici e all’opinione pubblica il ruolo strategico che questi soggetti rivestono nell’economia nazionale.

«Da subito il focus del Tavolo – spiegano le associazioni aderenti – si concentrerà sull’efficienza e concorrenza nel mercato del recupero e riciclo, eccessivamente condizionato da fenomeni di monopolio a causa della posizione dominante degli operatori pubblici, favorita dall’indiscriminata assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani, attraverso cui ingenti quantitativi di rifiuti di provenienza commerciale e industriale vengono sottratti al libero mercato per essere gestiti in regime di esclusiva da pubbliche amministrazioni e loro partecipate. Situazione, questa, che impedisce di fatto il corretto, trasparente ed effettivo contenimento dei costi della gestione dei rifiuti, che ricadono immancabilmente su imprese e cittadini. A tale riguardo le imprese del settore del riciclo attendono che veda la luce quanto prima il Decreto sui criteri di assimilazione, a più riprese annunciato. Tale provvedimento dovrebbe stabilire confini chiari e precisi nella raccolta dei rifiuti urbani e assimilati».

Nel merito, una svolta è stata recentemente segnata con sentenza 4611/2017 del Tar Lazio, che è intervenuto mettendo in mora il ministero dell’Ambiente sollecitando l’emanazione (entro 120 giorni, cioè ad agosto 2017) di un decreto che individui finalmente in modo omogeneo sul territorio nazioanle i  criteri qualitativi e quantitativi per l’assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani; un decreto previsto dal 2006 e mai arrivato.

«Un’efficace gestione dei rifiuti e un’effettiva valorizzazione degli stessi passano attraverso il ricorso al mercato – sostengono inoltre i firmatari del protocollo – Dopo la raccolta, operazione per la quale il soggetto che la effettua è già remunerato, i rifiuti urbani devono essere messi a disposizione del mercato tramite gare con regole trasparenti e accessibili a tutti gli operatori per essere aggiudicati al soggetto che possa meglio valorizzarli nel rispetto della gerarchia del trattamento rifiuti e ricavare dagli stessi le maggiori risorse possibili, a vantaggio dei cittadini (sotto forma di risparmio sulle tariffe) e della società (sotto forma di risorse produttive)».

Più in generale l’intesa siglata oggi – e aperta all’adesione di altre associazioni di imprese del recupero e del riciclo – intende contribuire a rafforzare le condizioni per l’affermazione reale del concetto di economia circolare nel nostro Paese, dove il mercato delle materie prime seconde non è acora adeguatamente sostenuto: «Occorrono strumenti, ancora oggi carenti – osservano le associazioni delle imprese di settore – per accrescere ed ampliare la domanda di prodotti da materiali riciclati. Dopo la raccolta dei rifiuti e la loro trasformazione in materie riciclate, la fase del loro riutilizzo nei processi produttivi è spesso problematica a causa di normative ancora carenti in tal senso, creando gravi difficoltà alle imprese del settore. Per chiudere il ciclo e realizzare davvero l’economia circolare è invece essenziale creare un mercato stabile e remunerativo per le materie prime seconde prodotte dalle nostre imprese».

Redazione Greenreport

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