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Nuovo Ccnl dei servizi ambientali, ecco cosa cosa cambia davvero per aziende e lavoratori

La traiettoria del reddito nel triennio (una tantum, aumenti a scaglioni e maggiore peso di welfare e produttività) e, soprattutto, cambia la “mappa” delle carriere. Il lavoro vero inizia ora
 |  Green economy

Dopo mesi di trattativa e una vertenza che ha attraversato fasi di stallo e ripartenze, Utilitalia e le organizzazioni sindacali hanno raggiunto e sottoscritto il 9 dicembre 2025 l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL dei Servizi Ambientali, con scadenza al 31 dicembre 2024 e disdetta formalizzata dalle OO.SS. a giugno 2024; il percorso negoziale ha visto la presentazione delle piattaforme in autunno, una procedura di raffreddamento, la proclamazione e lo svolgimento dello sciopero nazionale e, infine, la chiusura al tavolo con la firma dell’intesa.

Sullo sfondo c’è una trattativa “a maratona”, con oltre 40 riunioni tra incontri preparatori, comitato tecnico, plenarie, “ristrette” e “ristrettissime”, oltre a passaggi con ANCI e Commissione di Garanzia, a conferma di quanto fosse diventato delicato il punto di equilibrio tra sostenibilità dei costi e tenuta del servizio pubblico essenziale.

La parte economica dell’accordo ripartisce l’incremento complessivo del TEC 2025–2027 tra aumento dei minimi (TEM), produttività (ERAP) e welfare, con un impianto che richiama l’andamento dell’IPCA depurato degli energetici importati stimato ai fini contrattuali (6,01%), un meccanismo di allineamento e il recupero parziale del delta inflattivo eccezionale 2022–2023; sul piano pratico, l’intesa prevede una una tantum di 100 euro a titolo di arretrati per il periodo 1.1.2025–30.6.2025, erogata a marzo e giugno 2026, e una crescita dei tabellari articolata in tranche fino a un totale indicato di 217 euro sul parametro medio riportato nella presentazione.

Per la produttività, la quota ERAP viene destinata a incrementare i premi di risultato delle competenze 2026 e 2027 (con erogazione rispettivamente nel 2027 e 2028, previa verifica degli obiettivi della contrattazione aziendale), quantificata sul parametro medio in 18 euro mensili (216 euro annui) per ciascun anno di competenza.

Sul welfare contrattuale è previsto un incremento di 15 euro per 12 mensilità, ripartito tra assistenza sanitaria integrativa, previdenza complementare e una quota welfare dedicata.

Ma la vera “svolta” strutturale è la riforma degli inquadramenti: vengono abolite le aree funzionali e introdotto un sistema su 8 livelli per 4 tipologie di ruolo professionale più il livello Quadri, con due parametri retributivi per ogni livello (salvo A1 e Quadri) e l’accesso al parametro superiore “s” dopo 5 anni di effettiva prestazione nel livello base; nella prima applicazione opera una tabella di confluenza automatica, con salvaguardie “ad personam” per eventuali non corrispondenze, e viene eliminato il livello J, che confluisce nel D2.

L’accordo, infine, lascia una coda di temi da completare in tempi definiti: tra questi la revisione delle regole sulle prestazioni indispensabili in caso di sciopero entro gennaio 2026 e, entro aprile 2026, dossier su completamento classificazioni, salute e sicurezza, comporto per disabili e una sezione speciale per gli impianti di valorizzazione della raccolta differenziata con indennità e armonizzazioni; è inoltre previsto il tema dei permessi orari con 10 ore annue per i lavoratori a tempo indeterminato assunti dal 1° gennaio 2027.

Per i lavoratori cambia la traiettoria del reddito nel triennio (una tantum, aumenti a scaglioni e maggiore peso di welfare e produttività) e, soprattutto, cambia la “mappa” delle carriere: nuovi livelli, nuovi parametri e regole più leggibili di progressione. Per le aziende il lavoro vero inizia ora: adeguare paghe e sistemi HR, applicare la confluenza e gestire gli “ad personam”, ritarare la contrattazione di secondo livello sulla produttività, aggiornare budget e piani industriali e, dove i servizi sono regolati da contratti pubblici, impostare correttamente l’eventuale confronto con l’ente affidante sugli impatti economici, mantenendo continuità e qualità del servizio.

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Redazione Greenreport

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