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Ammontano a 3 milioni di euro i danni all’impianto Enel green power

La centrale geotermica Cornia 2 rinasce dopo l’incendio, più efficiente di prima

È la prima al mondo a saper integrare l’energia rinnovabile racchiusa nel sottosuolo con quella da biomasse forestali a filiera corta
 |  Green economy

È tornata a lavorare a pieno ritmo la centrale geotermica Cornia 2, nel Comune di Castelnuovo Val di Cecina, dopo che lo scorso tre agosto un incendio – sviluppatosi inizialmente in una distante area boschiva – distrusse le torri di raffreddamento dell’impianto. Ingenti i danni, che al netto della mancata produzione, ammontano a circa 3 milioni di euro come ci informano da Enel green power.

Lo stop alla produzione, inizialmente previsto in 3-4 mesi, è stato ridotto a 2 mesi e mezzo. E in questo periodo – informano dall’azienda – sono state eseguite anche tutte le revisioni impiantistiche, sia della centrale geotermica che di quella a biomassa; nell’occasione sono state inoltre effettuate operazioni di rinnovo tecnologico e upgrading dei rispettivi impianti, collegati tra loro grazie al fatto che la biomassa vergine viene utilizzata per surriscaldare il vapore geotermico in ingresso, incrementando così l’efficienza energetica e la produzione elettrica del ciclo geotermico.

Torna così a splendere di rinnovata luce una delle più importanti innovazioni che l’innovazione in campo geotermico è riuscita recentemente a conquistare all’interno del territorio regionale: Cornia 2 – il cui taglio del nastro è avvenuto l’anno scorso – rappresenta infatti la prima centrale al mondo in grado di integrare l’energia geotermica con quella da biomasse (a filiera corta, entro 70 km dall’impianto).

Grazie a un investimento pari a 15 milioni di euro, a fianco della pre-esistente centrale geotermica “Cornia 2”, Enel green power ha realizzato un impianto a biomassa forestale di filiera corta (allacciato alla rete elettrica nel luglio 2015) che integra la produzione geotermica con 5 MW di potenza aggiuntiva, per oltre 30 GWh/anno di maggior produzione con più di 13mila tonnellate annue di CO2 evitate: grazie alla biomassa infatti, il vapore geotermico in ingresso alla centrale è surriscaldato per passare da una temperatura iniziale compresa tra i 150 e i 160° a una di 370 – 380°, aumentando la potenza netta per la produzione di elettricità, con una maggiore efficienza che fa bene all’ambiente e al lavoro: la ricaduta occupazionale dell’impianto, tra gestione diretta e indiretta per il reperimento della risorsa nel processo di filiera corta, conta infatti circa 30 addetti.

L. A.

Redazione Greenreport

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