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Rifiuti, ai cittadini non piace il porta a porta. Sei Toscana: «Aumentiamo la differenziata con i cassonetti intelligenti»

Mairaghi: «Il porta a porta limita molto la libertà dei cittadini e costa molto all’azienda. I tempi sono maturi per puntare decisi verso un nuovo modello di raccolta»
 |  Green economy

In questi giorni Sei Toscana, il gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani nei 105 Comuni dell'Ato Toscana Sud, ha promosso un sondaggio sentendo direttamente i cittadini che vivono nei Comuni dove è attivo il porta a porta “a sacchetto”, e il risultato è stato che la stragrande maggioranza delle persone dice di non essere soddisfatta del servizio e chiede di cambiarlo.

«Anche noi siamo d’accordo – commenta l’amministratore delegato di Sei Toscana, Marco Mairaghi – la raccolta domiciliare con il sacco infatti porta con sé diverse criticità legate soprattutto al decoro urbano: presenza dei sacchi per molte ore in strada, sacchi alla mercé delle intemperie e degli animali, difficoltà legate al loro reperimento. Il porta a porta inoltre limita molto la libertà dei cittadini nel conferimento dei rifiuti, con giorni e orari rigidi da rispettare. Ultima considerazione, ma non meno importante, i costi: questo sistema comporta costi molti alti per l’azienda (in generale, in Italia i costi del porta a porta sono il doppio rispetto a quelli della raccolta dei rifiuti con campane e cassonetti filo strada, ndr) che ricadono poi sulla tariffa che i cittadini sono tenuti a pagare. Insomma, i tempi sono cambiati e sono maturi per puntare decisi verso un nuovo modello di raccolta: quello dei cassonetti ad accesso controllato». Del resto, è noto da tempo (o dovrebbe esserlo) che non c'è un modello di raccolta sempre preferibile rispetto a un altro, visto che la scelta dipende da molti fattori come la conformazione del territorio o la densità abitativa. Al contrario, l'obiettivo finale è sempre lo stesso: tanta e buona raccolta differenziata, finalizzata al riciclo.

Non si tratterebbe di un salto nel buio: rimanendo nell’Ato Toscana Sud, Grosseto è stato il primo Comune della provincia ad aver attivato la sperimentazione dei cassonetti ad accesso controllato (nella foto, ndr). Oggi nel capoluogo maremmano sono presenti otto postazioni intelligenti: quattro al Verde Maremma (con sistema di pesatura dei rifiuti) e altre quattro in Via Sauro (con misurazione volumetrica dei rifiuti conferiti); le postazioni sono a servizio di poco meno di 1000 utenze (circa 2500 cittadini). In questi giorni a Follonica, nel quartiere di Salciaina, stanno inoltre proseguendo i lavori di posizionamento di quindici postazioni di raccolta ad accesso controllato che serviranno circa 1300 utenze (poco meno di 3000 cittadini).

«Sono il primo promotore di questo cambio di rotta – prosegue Mairaghi –, sono sicuro che rappresenterà un vantaggio per tutti. Questo nuovo sistema, che abbiamo già iniziato ad adottare in alcuni comuni, consente ai cittadini di gettare i rifiuti quando vogliono ma, soprattutto, di identificare chi produce cosa. Una tracciabilità del rifiuto che rappresenta la condizione necessaria per l’introduzione del tributo puntuale: cioè pagare per quello che realmente si produce, e si differenzia.

È questa la vera sfida: aumentare la raccolta differenziata, migliorarne la qualità, diminuire i costi e premiare chi la fa bene. È una sfida impegnativa e stimolante che vede Sei Toscana e i Comuni fianco a fianco, insieme. Nei prossimi giorni proseguiremo il nostro calendario di incontri con le amministrazioni comunali, in modo da concordare assieme le future nuove attivazioni sul territorio».

Redazione Greenreport

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