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Che fine fanno gli imballaggi in plastica che usiamo? Sienambiente porta gli studenti a scoprirlo

Fabbrini: «La plastica non è né buona né cattiva a prescindere, dipende sempre dall’uso che se ne fa»
 |  Green economy

L’inquinamento da plastica è divenuto ormai uno dei problemi più scottanti da risolvere per centrare l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile, e una gestione più razionale degli imballaggi fa parte della soluzione.

«La plastica non è né buona né cattiva a prescindere, dipende sempre dall’uso che se ne fa – spiega il presidente di Sienambiente, Alessandro Fabbrini – I nuovi materiali, come le plastiche compostabili e biodegradabili, hanno aperto nel campo degli imballaggi nuove frontiere, in alcuni casi qualche criticità, che nel progetto affronteremo insieme agli studenti seguendo sempre un approccio scientifico e senza preconcetti».

È questa la base concettuale dalla quale parte “Discoverplastic: dalla molecola alla gestione della materia”, inaugurato oggi all’Istituto di istruzione superiore T. Sarrocchi di Siena: un progetto di divulgazione scientifica e di sensibilizzazione sul tema della produzione e gestione delle plastiche rivolto agli studenti dell’Istituto, promosso da Sienambiente in collaborazione con Legambiente Siena l’Università locale. Obiettivo dell’iniziativa, che si sviluppa in sei sessioni tra aula, laboratori e visita negli impianti di gestione dei rifiuti, è sensibilizzare gli studenti su un tema attuale e complesso come la gestione della plastica; non solo quella “tradizionale” derivata dal petrolio, ma anche i nuovi materiali prodotti a partire da materie prime vegetali – le bioplastiche e le plastiche compostabili – che portano con sé pregi (in primis la rinnovabilità della materia prima) ma anche una gestione post-consumo sulla quale è ancora necessario calibrare la quadratura del cerchio.

Di certo c’è che nel 2018 in Italia abbiamo consumato 2.292.000 tonnellate di imballaggi in plastica, in crescita rispetto alle 2.271.000 del 2017 e di quelle di almeno sei anni a questa parte, che una volta divenute rifiuti sono state in larga parte intercettate e gestite lungo la filiera industriale di riferimento: secondo i dati Corepla il 44,5% a stato avviato a riciclo, il 43% a recupero energetico e il 12,5% in discarica. Durante l’anno in corso si punta a fare meglio: l’ultimo Piano specifico di prevenzione e gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio elaborato da Conai prevede che lungo il 2020 verrà avviato a riciclo un milione e 122.000 tonnellate di imballaggi in plastica, il 48,1% dell’immesso al consumo. I margini per migliorare ancora, com’è evidente, comunque non mancano.

Intanto, per sapere come concretamente vengono gestiti i rifiuti da imballaggio plastici prodotti sul territorio, la prossima tappa di Discoverplastic è programmata nell’impianto delle Cortine, dove tutte le plastiche della provincia di Siena subiscono un’iniziale selezione prima di essere avviate a riciclo nelle filiere industriali di riferimento. Nel corso della giornata, gli studenti vedranno come vengono gestiti i vari materiali, quelli “tradizionali” e quelli compostabili. Le successive sessioni si svolgeranno invece nei laboratori dell’Università di Siena dove, supportati dal docente del corso di Ecotossicologia, Ilaria Corsi e dai suoi collaboratori, gli studenti si cimenteranno con esperimenti su più tipologie di plastica, incluse le bioplastiche.

Per allargare il campo d’osservazione nella giornata di oggi è stato inoltre inaugurato il percorso fotografico "Planet vs Plastic" di Randy Olson, uno dei più importanti e storici collaboratori del National Geographic: le foto di Olson arrivano così nei giardini della Casa dell’Ambiente, sede di Siembiente, con un’esposizione aperta a tutti che propone un racconto visivo volto a sensibilizzare il visitatore, attraverso un viaggio tra i grandi contrasti segnati dalle delicate bellezze della Terra e quanto di più distruttivo può compiere l’opera dell’uomo.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.