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In città camminare, bici e trasporti pubblici restano le opzioni di mobilità più ecologiche rispetto agli scooter elettrici o ai viaggi in auto

Nell’Ue aumentano le emissioni dei trasporti, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi ambientali e climatici
 |  Green economy

Il crescente uso di scooter/bici elettrici e servizi di trasporto passeggeri sta trasformando il modo in cui ci spostiamo nei centri urbani, ma secondo il nuovo rapporto “The first and last mile — the key to sustainable urban transport” pubblicato oggi dall’European environment agency (Eea), «andare a piedi e in bicicletta e i trasporti pubblici rimangono il modo migliore per migliorare la mobilità sostenibile nelle città»,

Il rapporto Eea sui trasporti e l'ambiente di quest'anno valuta come le opzioni di trasporto ecologiche e sostenibili, come bici, scooter o altri mezzi di trasporto a breve distanza, possono trasformare i sistemi di mobilità nelle città e anche come servizi innovativi di trasporto urbano e di consegne in città, compreso l'uso di droni per la consegna, possano rendere il trasporto di merci urbano più sostenibile.

L’inizio e la fine dei tragitti brevi sono una parte essenziale del tragitto giornaliero di chi vive in città e l’Eea fa notare che «I servizi di autobus, treni e metropolitana coprono spesso la parte principale dei viaggi da e verso il lavoro, ma le persone devono ancora camminare, guidare o usare un altro modo per raggiungere la stazione o la fermata più vicina. Migliorare i viaggi nel primo miglio, nell’ultimo miglio o di solo miglio ha il potenziale di poter ridurre l'uso dell'auto, riducendo la congestione del traffico, le emissioni e migliorando la qualità dell'aria. Le città possono fare molto per facilitare l'accesso ai sistemi di trasporto pubblico creando attraenti spazi urbani ben collegati alle infrastrutture di trasporto pubblico e rendendo più facili e piacevoli le passeggiate e il ciclismo da e verso gli snodi e le fermate».

E il rapporto evidenzia che spostarsi maggiormente a piedi, in bicicletta e con i trasporti pubblici sarà essenziale se l'Europa vuole davvero raggiungere i suoi obiettivi di sostenibilità a lungo termine e gli obiettivi politici nell'ambito dell’European Green Deal, proposto dalla Commissione europea nel dicembre 2019. Il rapporto avverte che «La digitalizzazione e le mobility apps possono costituire un buon sistema di mobilità urbana ancora migliore, ma non possono compensare dei trasporti pubblici carenti» e «Affinché le opzioni ecologiche abbiano buone possibilità di competere con le automobili, anche i prezzi devono riflettere i danni arrecati alla salute e all'ambiente».

L’Eea ricorda che «Non tutte le opzioni di mobilità sono ugualmente ecologiche. Nell’insieme i trasporti pubblici, andare a piedi e in bicicletta per gli spostamenti brevi in ​​città offrono i maggiori benefici sia per la salute umana che per l'ambiente nelle aree urbane». Anche l'introduzione e la rapida adozione di schemi di sharing basati su app possono anche avere benefici, ma il rapporto ricorda degli studi che dimostrano che «il loro impatto sull'ambiente non è sempre positivo. Soprattutto i sistemi di e-scooter sharing sembrano attrarre utenti che altrimenti avrebbero camminato o utilizzato il trasporto pubblico. Mentre l'uso di e-scooter condivisi genera pochi impatti ambientali diretti, le loro credenziali green possono essere messe in discussione dai sostanziali impatti negativi associati ai loro materiali, alla loro produzione e alla loro frequente raccolta a fini di ricarica». Inoltre, gli studi dimostrano che le app come la Uber o la Lyft dicono di fare di tutto per ridurre le emissioni o gli ingorghi, «in realtà allontanano le persone dai trasporti pubblici».

L’Eea ha presentato anche il briefing “Transport: increasing oil consumption and greenhouse gas emissions hamper EU” dal quale emerge che «L'aumento delle emissioni dei trasporti ostacola i progressi dell'Ue verso gli obiettivi ambientali e climatici».

Il settore dei trasporti continua a fare molto affidamento sui combustibili fossili e in Europa è responsabile di un quarto delle emissioni di gas serra, è anche una fonte significativa di inquinamento atmosferico, soprattutto di particolato (PM) e biossido di azoto (NO2), ed è la principale fonte di rumore ambientale nell’Ue.ùL’Eea traccia la traiettoria a breve e lungo gtermine delle prestazioni ambientali dei trasporti nell'Ue ed evidenzia che «Le emissioni dei trasporti nel 2018 sono state del 29% superiori ai livelli del 1990«, un bel problema, visto che secondo l’European Green Deal europeo, per raggiungere la climate neutrality nell’Ue, le emissioni dei trasporti devono essere ridotte del 90% entro il 2050.

Il briefing Eea fa notare che: Nel 2018, le emissioni medie di biossido di carbonio (CO2) delle nuove autovetture sono aumentate per il secondo anno consecutivo, raggiungendo 120,4 g di CO2 per chilometro. Le auto a benzina stanno sorpassando le auto a gasolio nelle vendite di nuove autovetture, ma il consumo totale di gasolio continua ad aumentare. Nel 2018, le emissioni medie di CO2 dei nuovi furgoni hanno iniziato a seguire una tendenza al rialzo simile. Le emissioni di gas serra prodotte dal trasporto aereo sono aumentate il più rapidamente degli altri modi di trasporto: una media di oltre il 3% ogni anno dal 2013. Le emissioni di gas serra prodotte dallo shipping internazionale sono aumentate del 5% in 2 anni (2015-2017). La quota di energia rinnovabile utilizzata per i trasporti nell'Ue è passata dal 7,4% nel 2017 all'8,1% nel 2018. Questo è ben al di sotto dell'obiettivo dell'Ue del 10% fissato per il 2020. Oltre il 27% dei cittadini europei è esposto a livelli di rumore provocati dai trasporti pari o superiori a 55 decibel (dB), compreso un 15-20% per il solo rumore del traffico stradale.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.