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Al via la sperimentazione della Comunità energetiche in Italia

Rse ha individuato 5 progetti pilota selezionati sul territorio nazionale. Fiper: «Segnale politico importante che rimette al centro il valore strategico dell’economia della montagna e più in generale delle aree periferiche nella politica energetica italiana»
 |  Green economy

Cittadini, imprese o enti pubblici che si associano volontariamente per produrre e scambiare energia, partecipando alla gestione di impianti di produzione e rete di distribuzione: è lo scenario delineato dalle Comunità energetiche, previste all’art. 22 dalla direttiva europea Red II (la 2018/2001, dedicata alla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili) che attende ancora di essere recepita in Italia mentre sono numerose le iniziative partite in altri Paesi eurpoei. Qualcosa però inizia a muoversi, grazie a un’iniziativa di Rse (Ricerca sul sistema energetico).

Questa società controllata dal Gestore dei servizi energetici (Gse) intende infatti avviare un’analisi costi-benefici delle Comunità energetiche dal punto di vista economico, ambientale, energetico e sociale, ed inoltre individuare le barriere (regolatorie, tecniche, normative, amministrative, ambientali, sociali, ecc.) che potrebbero limitarne lo sviluppo. Per farlo, Rse ha dunque individuato 5 progetti pilota selezionati sul territorio nazionale a fronte di 12 candidature pervenute: i proponenti chiamati a collaborare sono ACSM Primiero, TCVVV (Teleriscaldamento Cogenerativo Valtellina Valcamonica Valchiavenna), SEV (Unione Energia Alto Adige), Walden, Cedis e il Comune di Berchidda.

Le prime tre realtà sono associate a Fiper – la Federazione di produttori di energia da fonti rinnovabili –, gestori di teleriscaldamento cogenerativo a biomassa legnosa in territori dove sono presenti anche prosumer di fotovoltaico e produttori di idroelettrico, a testimonianza che i Comuni di montagna possono e devono giocare un ruolo di primo piano nel promuovere nuovi modelli di generazione distribuita e autonomia dalle fonti fossili, creando reddito, occupazione e benefici ambientali sul territorio.

«Siamo molto soddisfatti dell’esito della selezione – commenta Walter Righini, presidente Fiper – perché testimonia da un lato, la serietà e radicamento territoriale delle nostre aziende, dall’altro che la Rec (Renewable energy community, ndr) – è percorribile laddove esiste una produzione consolidata di energia da fonte rinnovabili locali e una spiccata sensibilità da parte delle Istituzioni di evolvere e farsi parte attiva nella dinamica. L’avvio dei 5 progetti pilota rappresenta il punto di partenza per la fattiva realizzazione della Rec; auspichiamo che l’analisi che avvierà Rse sia funzionale a evidenziare le attuali barriere e provvedere affinché vengano rimosse. Questa graduatoria è un segnale politico a nostro avviso estremamente importante che rimette al centro il valore strategico dell’economia della montagna e più in generale delle aree periferiche nella politica energetica italiana».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.