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Nell’ultimo mese solo il 28% dell’elettricità italiana è arrivata dalle rinnovabili

Terna: nei primi undici mesi del 2021, la domanda elettrica in Italia è in aumento del 5,6% rispetto all’omologo periodo del 2020
 |  Green economy

Trainati dall’industria, continuano a crescere i consumi italiani di elettricità, dopo il crollo registrato coi lockdown dello scorso anno: secondo i dati aggiornati ieri da Terna, il gestore delle rete nazionale, nel mese di novembre il fabbisogno è stato pari a 26,4 miliardi di kWh, mentre nei primi undici mesi del 2021 la domanda elettrica in Italia risulta in aumento del 5,6% rispetto all’omologo periodo del 2020. Ma le rinnovabili sono riuscite a soddisfarla solo in piccola parte.

La produzione nazionale netta di elettricità (24,3 miliardi di kWh) ha registrato una crescita del 14% a novembre rispetto allo stesso mese del 2020, con le fonti rinnovabili che si sono però limitate a coprire il 28% della domanda mensile. Risultano infatti in aumento le fonti di produzione termoelettrica (+21,5%) ed eolica (+63,5%); in flessione tutte le altre (idroelettrica -16,3%; fotovoltaica -21,9%; geotermica -3%).

Si tratta di una performance molto distante da quella che il Paese è chiamato dall’Ue a traguardare entro il 2030, quando le rinnovabili dovranno coprire il 40% dei consumi complessivi nazionali di energia – non solo elettricità, dunque –, un dato galleggia da anni attorno al 20% a causa di nuove installazioni impiantistiche che avanzano a passo di lumaca, bloccate da burocrazia e sindromi Nimby&Nimto.

Difficoltà che paradossalmente continuano a gravare sul comparto, che più di ogni altro potrebbe dare una risposta strutturale ai problemi di approvvigionamento energetico – dipendente per il 73% da gas e petrolio  – che in questi mesi stanno gonfiano oltremodo le bollette e stravolgendo il mercato elettrico.

«In particolare – dettagliano da Terna – nel mese di novembre il mercato dell’energia ha fatto registrare fenomeni sostenuti di esportazione netta verso la frontiera Nord, raggiungendo picchi orari di quasi 2000 MWh, contrariamente a quanto registrato sia a ottobre 2021 sia a novembre 2020, anche per l’elevato tasso di indisponibilità del parco di generazione europeo e, nello specifico, di quello francese. A tali fenomeni si è affiancato un aumento dei costi delle materie prime del settore elettrico che ha comportato un incremento generalizzato del prezzo dell’elettricità in tutta Europa e che ha modificato in maniera rilevante gli equilibri di mercato consolidati fino a oggi. Anche per i motivi sopra descritti, la produzione nazionale netta (24,3 miliardi di kWh) ha registrato una crescita del 14% rispetto a novembre del 2020».

Redazione Greenreport

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