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La transizione alla mobilità elettrica cambierà anche il mercato dell'autodemolizione

Calò: «La bonifica del veicolo sarà più semplice e meno dispendiosa», ma restano criticità da affrontare per aumentare il riciclo delle batterie
 |  Green economy

L’Associazione demolitori di autoveicoli (Ada), aderente ad Assoambiente,  ha chiamato a raccolta a Modena il mondo dell’autodemolizione, promuovendo un confronto con le istituzioni locali e nazionali, per fare il punto sulle sfide che anche questo comparto è chiamato ad affrontare durante la transizione ecologica.

In apertura sono stati ricordati alcuni dati relativi al settore: in Italia sono circa 1.450 gli autodemolitori che gestiscono 1 milione e 200mila veicoli a fine vita, trattando 1,3 milioni di tonnellate di materiali. La direttiva europea fissa degli obiettivi di riuso/riciclo all'85% del peso dei veicoli demoliti, più un 10% da avviare a recupero energetico. In Italia, seppure con fatica, il target dell'85% è stato finalmente raggiunto nel 2019, manca invece la quota di recupero energetico.

Cosa cambierà adesso? Dopo un approfondimento sulla normativa del settore (in materia di Rentri - registro digitale delle radiazioni e radiazioni online), l’ultima sessione del convegno Ada si è focalizzata sulle recenti decisioni europee prese con il “Fit for 55”, che stanno indirizzando l’addio del Vecchio continente alle auto diesel e benzina entro il 2035.

«La transizione verso l’auto elettrica è destinata ad avere un significativo impatto sul futuro del business dell’autodemolizione – dichiara il presidente di Ada, Anselmo Calò – I veicoli elettrici a fine vita peseranno meno, avranno meno componenti da vendere per il riutilizzo da parte degli autodemolitori e offriranno meno materiali da recuperare. In tutto stimiamo un 30% in meno di peso del rottame, con azzeramento della vendita per il riuso di motori, cambi e trasmissioni che oggi costituiscono una fonte significativa di fatturato per gli impianti di demolizione. Restano dubbi sulla riutilizzabilità e riciclabilità della batteria, mentre invece appare chiaro che la bonifica del veicolo sarà più semplice e meno dispendiosa».

Anche il riciclo delle batterie in realtà sta facendo passi da gigante, soprattutto fuori dai confini nazionali: in Europa è in via di discussione il nuovo regolamento sulle batterie che punta a imporre ambiziosi target di riciclo su alcune materie prime critiche come cobalto, nichel, piombo e litio, ma attualmente le batterie nostrane finiscono per lo più in Germania, che comunque resta ancora molto lontana da Paesi come la Cina che da anni hanno investito in circuiti di recupero: la soluzione per gli imprenditori italiani passa dunque inevitabilmente da una crescita degli investimenti sul riciclo, per recuperare almeno in parte i ritardi finora accumulati rispetto ai competitor internazionali.

«In questo quadro i costi per le attività di demolizione dei veicoli dovrebbero aumentare notevolmente e questo impone un serio ripensamento sulla responsabilità dell'industria automotive per il fine vita dei veicoli; una questione che a Bruxelles è all'ordine del giorno e di questo ne siamo felici», chiosa Calò.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.