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Rinnovabili, con la legge di Bilancio il Governo rischia di fermare i bioliquidi sostenibili

Crescono le difficoltà per i piccoli impianti, con Arera e Terna che non stanno rispettando i termini del Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas
 |  Green economy

Contro le ipotesi delineate per le energie rinnovabili in legge di Bilancio (con apposito ddl del 27 novembre) si sta scagliando, oltre all’Anev – l’Associazione nazionale energia del vento – anche Assoebios, l’associazione di categoria dei numerosi piccoli impianti di produzione di energia elettrica da bioliquidi sostenibili di filiera italiana o europea, una fonte rinnovabile particolarmente preziosa in quanto programmabile.

In questi impianti s’impiegano infatti grassi animali o oli vegetali (come la colza) da semi destinati alla mangimistica, operando dunque in parallelo alla filiera agroalimentare e dando così uno sbocco sostenibile a materiali altrimenti gravati da scarsa appetibilità di mercato.

Il motivo delle frizioni? «La materia prima costa più del carbone – afferma Luca Miris, presidente di  Assoebios – L’energia prodotta con il carbone, oggi, viene pagata dai cittadini 500 euro al megawattora, mentre all’ipotetica energia pulita prodotta con i bioliquidi sostenibili viene imposto un prezzo massimo inferiore alle quotazioni dei mercati elettrici, rendendo di fatto insostenibile la produzione, costringendo quindi gli impianti a fermarsi».

Al contempo, e paradossalmente, questi impianti erano stati inseriti dal ministero della Transizione ecologica nel Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas, prevedendo l’applicazione da parte di Terna e Arera in due possibili finestre temporali di attivazione: il mese di ottobre o quello di novembre, appena finito. Il Piano nazionale individua due fasce impiantistiche, suddividendo tra quelli superiori a 1 MW (circa 60 per una potenza complessiva di 770 MW) e quelli inferiori a 1 MW (circa 400 per una potenza di 230 MW), rappresentati da Assoebios; Terna e Arera finora hanno però dato il via libera solo ai grandi impianti (12) sopra i 10 MW.

Un problema denunciato dall’associazione già nelle scorse settimane, ma ancora non risolto. «Le tempistiche del Piano di contenimento dei consumi di gas non sono state rispettate – incalzano da Assoebios – mentre le centrali a carbone possono produrre alla massima potenza facendo guadagni record e senza che su tali impianti operi alcun tetto alla valorizzazione massima dell’energia per espressa previsione del ddl Bilancio (art, 9, comma 8 lettera b), i numerosi piccoli impianti alimentati a bioliquidi sostenibili di filiera sono costretti a fermarsi. Prepariamoci: il prezzo dell'energia aumenterà ancora perché i produttori di energia rinnovabile non produrranno più».

Redazione Greenreport

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