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Agenda Onu 2030, l'Italia è 19esima in Europa per sviluppo sostenibile

L’Ue è sulla buona strada per raggiungere due terzi degli obiettivi, ma il 20% degli indicatori ha registrato progressi limitati e il 13% un andamento negativo
 |  Green economy

Mancano sette anni alla scadenza del percorso di sviluppo sostenibile individuato dall’Onu nella sua Agenda 2030, che anche il nostro Paese si è impegnato a rispettare nel 2015, ma la tabella di marcia è in forte ritardo come documenta l’Europe sustainable development report 2022, passato in rassegna dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS).

«A causa della pandemia e delle conseguenze della guerra in Ucraina, per il secondo anno consecutivo i Paesi dell’Unione europea hanno registrato una situazione di stallo nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs)», osserva l’ASviS.

In questo contesto l’Italia migliora, ma resta comunque a galleggiare a metà classifica: sui 38 Paesi europei analizzati, il nostro si ferma alla 19esima posizione (dalla 23esima del 2021), con criticità particolarmente accentuate per gli Obiettivi 2, 13, 14 e 15.

«A distanza di otto anni dall’approvazione dell’Agenda 2030, il rapporto stima che l’Unione europea abbia realizzato o sia sulla strada per raggiungere circa il 66% dei target, mentre il 20% degli indicatori ha registrato progressi limitati e il 13% un andamento negativo. Le situazioni più critiche – argomenta l’ASviS – si riscontrano, come nel 2021, per il Goal 2 “Lotta alla fame”, il Goal 12 “Consumo e produzione responsabili”, il Goal 13 “Lotta ai cambiamenti climatici”, il Goal 14 “Vita sott’acqua” e il Goal 15 “Vita sulla terra”. Tra le cause, l’insostenibilità dei sistemi produttivi e delle scelte alimentari che hanno conseguenze negative sull’ambiente, sulla biodiversità e sul clima».

Che fare? Il rapporto individua cinque azioni prioritarie per accelerare il raggiungimento degli Obiettivi a livello europeo e internazionale, tra cui spiccano la necessità di «redigere una comunicazione della Commissione europea che specifichi modalità e tempistiche con cui l’Ue intende realizzare gli Obiettivi», e di «includere nella voluntary-review, che l’Ue deve presentare alle Nazioni unite a luglio 2023, i temi principali quali le priorità interne, l’international spillover e la diplomazia per l’Agenda 2030».

Nel merito, alcuni risultati positivi sono stati recentemente raggiunti: il rapporto ricorda infatti «alcune misure intraprese dall’Ue per limitare l’international spillover, ossia queste ricadute, come la legge sulla “deforestazione incorporata” (esternalità della produzione e del consumo di prodotti e servizi) approvata dal Parlamento europeo o i negoziati per la direttiva sulla due diligence per le aziende sul rispetto dei diritti umani e sulla tutela ambientale».

Redazione Greenreport

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