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Livorno, la Cgil plaude alla riaccensione in sicurezza del termovalorizzatore

«Quanto accaduto evidenzia benissimo come il sistema dei controlli sul nostro impianto sia costante ed ultra rigoroso. Il mese di sospensione dell'attività del termovalorizzatore è costato oltre un milione di euro»
 |  Green economy

Con soddisfazione la Fp-Cgil Livorno accoglie la notizia del riavvio del termovalorizzatore del Picchianti, a seguito della chiusura forzata dovuta all’attribuzione di rifiuto pericoloso alle scorie da parte degli Enti.

È una buona notizia per tutta la città di Livorno e per i lavoratori Aamps perché quanto accaduto ci consente di dimostrare che la gestione del termovalorizzatore è sempre stata accorta e che sulla sicurezza dell’impianto abbiamo sempre avuto ragione.

Prima di tutto perché le contro analisi effettuate sulle scorie hanno dimostrato che non sono pericolose; anche qualora fossero state pericolose non ci sarebbe stato nessun rischio per la cittadinanza visto che comunque il trattamento per le scorie, sia pericolose che non, è il recupero e sarebbe solo dovuto cambiare il codice che le contraddistingue ma pagare di più per il trasferimento.

In ogni caso le analisi hanno dimostrato che le scorie del termovalorizzatore non sono pericolose. Quanto accaduto evidenzia benissimo come il sistema dei controlli sul nostro impianto sia costante ed ultra rigoroso, a dimostrazione che in questi anni il livello di sicurezza per l'ambiente, i cittadini e i lavoratori è stato assoluto, come rivendicato incessantemente dalla Fp-Cgil Livorno.

Le sicurezze che ci dà il nostro termovalorizzatore non finiscono qui:

- il trattamento dei rifiuti indifferenziati raccolti con il porta a porta nel nostro impianto garantisce alla città di Livorno l’autosufficienza e la normale gestione dei rifiuti senza mai entrare in emergenza;

- mette in sicurezza il bilancio dell'Azienda;

- con un‘Azienda che produce reddito anche la Tari, che devono pagare cittadini e imprese, è al sicuro.

Oltre alle falsità ci sono i numeri, e il mese di sospensione dell'attività del termovalorizzatore è costata oltre un milione di euro, immaginare quali potrebbero essere le ripercussioni con l'impianto spento definitivamente non è difficile. La realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti, il termovalorizzatore è patrimonio ambientale, economico e lavorativo e offre non una ma più sicurezze alla città di Livorno.

La sua ripartenza è una buona notizia, la sua continuità funzionale una necessità.

di Emiliano Sartorio, segreteria Fp-Cgil provincia di Livorno

Redazione Greenreport

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