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Lo stile di vita dei giovani cinesi sta diventando più green

Sempre più prodotti di seconda mano, porzioni ridotte, auto elettriche e nuovi alberi piantati
 |  Green economy

Proprio mentre esplodeva la guerra commerciale dei dazi tra Stati Uniti d’America, il Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, pubblicava un’inchiesta sui consumi sempre più "verdi" dei giovani cinesi che stanno «Trasformando gradualmente uno stile di vita a basse emissioni di carbonio e rispettoso dell'ambiente in una tendenza popolare, portando con sé le proprie tazze di caffè e acquistando abiti realizzati con materiali ecocompatibili, scegliendo prodotti di seconda mano e guidando veicoli a energia rinnovabile».

A febbraio, l'Amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato e altri 4 dipartimenti hanno presentato un piano d'azione triennale per migliorare l'impatto dei consumatori, «Con particolare attenzione ad ambiti quali il consumo digitale, il consumo ecologico e il consumo sanitario».

Un rapporto pubblicato dall'Istituto di energia, ambiente ed economia dell'università Tsinghua e da altri istituti ha rivelato che il mercato cinese dell'usato ha raggiunto 1 trilione di yuan (138 miliardi di dollari) dal 2020 e si prevede che supererà i 3 trilioni di yuan entro il 2025.

Il Quotidiano del Popolo fa l’esempio di Lin, una studentessa universitaria stagista a Pechino, che «Stava curiosando su Idle Fish, o Xianyu, un marketplace di cellulari di seconda mano creato da Taobao, il sito di Alibaba. Un obiettivo zoom Canon quasi nuovo, al prezzo di 299 yuan (circa 40,91 dollari), ha attirato la sua attenzione. Ha ingrandito le foto, ha controllato le recensioni e si è preparata a contrattare. “Contrattare è metà del divertimento”, ha detto. Molti giovani condividono il suo entusiasmo. Un sondaggio online ha rilevato che oltre la metà degli intervistati acquista su piattaforme di seconda mano, e quasi il 60% ne cita l'economicità e i benefici ambientali».

Nel 2024 Xianyu ha registrato oltre 600 milioni di utenti, la metà dei quali nati dopo il 1995 e il 2000. Gli ordini di articoli riciclati sono cresciuti di quasi il 50% su base annua e ogni giorno vengono elencati oltre 4 milioni di articoli. Ma non sono solo i negozi di seconda mano online a prosperare: anche i negozi fisici stanno aumentando in numero e affari, come lo Zhong'ai Charity Store nel distretto di Chaoyang, gestito da da volontari a Pechino, che vende beni donati per finanziare opere di beneficenza. Gli articoli spaziano da abbigliamento e libri a oggetti artigianali e giocattoli.

Xianyu ha negozi di prodotti riciclati in metropoli come Hangzhou, Shanghai, Chengdu e Nanchino, con tipologie di negozi che spaziano da quelli comunitari a quelli universitari e ai punti vendita specializzati.

Il quotidiano del Comitato centrale comunista evidenzia che «Le statistiche mostrano che nel 2024 i ricavi derivanti dalle vendite di beni di consumo nell'ambito del programma di permuta sostenuto dalla politica cinese hanno superato 1,3 trilioni di yuan, incrementando la crescita del commercio al dettaglio di oltre 1 punto percentuale. Quest'anno, al 14 marzo 2025, la Cina ha ricevuto circa 1,3 milioni di domande di sussidio per la permuta di veicoli per passeggeri e oltre 39 milioni di consumatori hanno presentato domanda di sussidio per la permuta di oltre 49 milioni di prodotti digitali».

Liu Rui, direttore del Dipartimento di tecnologia ambientale ed ecologia dell'Istituto della Regione del Delta dello Yangtze dell'Università Tsinghua, nello Zhejiang, ha detto che «Le transazioni di seconda mano rappresentano una componente importante del consumo ecologico. Possono prolungare la durata di vita dei beni, ridurre le emissioni di carbonio dal lato del consumatore e contribuire alla trasformazione verde dell'economia e della società».

Zhu Liyang, presidente della China Association of Circular Economy (CACE), ha aggiunto che «Il riciclo può ridurre efficacemente le emissioni di carbonio derivanti dall'estrazione delle materie prime, dal trasporto e dai processi di produzione».

Nel 2023, gli utenti di Xianyu che hanno acquistato e venduto articoli usati hanno contribuito a ridurre le emissioni di carbonio di oltre 3 milioni di tonnellate, quanto le emissioni di carbonio prodotte dal consumo di elettricità di 2,25 milioni di famiglie in un solo anno. La CACE stima che «Entro il 2025 l'economia circolare contribuirà per oltre il 30% agli sforzi della Cina per ridurre le emissioni di carbonio».

Secondo un rapporto di lavoro governativo presentato a marzo alla terza sessione della XIV Assemblea nazionale del popolo nel marzo, «La Cina emetterà obbligazioni del Tesoro speciali a lunghissimo termine per un importo di 300 miliardi di yuan per sostenere i programmi di permuta dei beni di consumo».

Sono sempre di più i giovani che ordinano piccole porzioni di cibo, puntando a una dieta equilibrata. Evitando gli sprechi e risparmiando. Molti giovani consumatori cinesi che seguono o Instagram sono fan del consumo consapevole e, negli ultimi anni, gli enti governativi competenti si sono adattati, adottando misure per incentivare le piccole porzioni di cibo. Il Quotidiano del Popolo ricorda che «Nel giugno 2023, l'Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato e il Ministero del Commercio hanno emanato linee guida per incoraggiare le piattaforme di consegna di cibo a domicilio a promuovere porzioni più piccole. Nel novembre 2024, la Cina ha annunciato un piano d'azione per ridurre le perdite e gli sprechi alimentari».

Grazie agli sforzi congiunti di autorità e imprese, il risparmio sra diventando un nuovo stile di vita giovanile: secondo i dati della piattaforma di e-commerce cinese Meituan, a ottobre 2024, quasi 1,68 milioni di ristoranti aderenti avevano offerto oltre 9 milioni di piccole porzioni.

Oltre alle dimensioni delle porzioni, i giovani tengono conto anche della durata di conservazione e sostengono l'acquisto di confezioni scontate di cibo invenduto o prossimo alla scadenza. «Presentati come economici, divertenti ed ecosostenibili, questi prodotti portano nella vita quotidiana cibo prossimo alla scadenza ma perfettamente commestibile, aggiungendo una nuova dimensione al consumo green», si legge sul giornale del Comitato Centrale.

E Per molti giovan è diventato uno stile di vita piantare un albero. «Liu Shuangming, giovane dipendente della Shaanxi Construction Machinery Co., Ltd. di Xi'an, nella provincia nord-occidentale dello Shaanxi, è un assiduo utilizzatore di Ant Forest, un'iniziativa green lanciata da Ant Financial Services Group, affiliata di Alibaba – si legge sul Quotidiano del Popolo - Nell'app, abitudini low-carbon come camminare o prendere la metropolitana fanno guadagnare agli utenti "punti energia verde". Una volta accumulati abbastanza soldi, possono utilizzare i "punti energia verde" per piantare alberi in luoghi come Alxa League, nella Regione Autonoma della Mongolia Interna, nella Cina settentrionale. Liu ha piantato il suo primo albero tramite Ant Forest nel 2017. Entro il 2024, ne aveva piantati più di 2.500».

Con oltre 700 milioni di utenti, Ant Forest promuove pratiche quotidiane low-carbon che si hanno un impatto ambientale significativo. Secondo Wang Xiaoying, segretario generale della Ant Forest Foundation, «La fascia di età compresa tra i 18 e i 25 anni rappresenta una parte significativa degli utenti. Ant Forest ha piantato 548 milioni di alberi su 5,8 milioni di mu (3.866,67 chilometri quadrati) di terreno da agosto 2016 ad agosto 2024. Ha inoltre contribuito a istituire 34 aree di conservazione su oltre 4.900 chilometri quadrati di terreno nello stesso periodo».

Un rapporto sull'inverdimento del territorio in Cina nel 2024, pubblicato dalla Commissione Nazionale per l'Inverdimento della Cina il 12 marzo scorso, ha dimostrato che «nel 2024, la Cina ha creato oltre 2.600 basi di piantumazione di alberi, sfruttando costantemente la potenza di Internet per coinvolgere l’opinione pubblica negli sforzi di riforestazione. Nel 2024, le piattaforme online cinesi dedicate all'inverdimento hanno pubblicato oltre 61.000 attività».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.