
Dalla California parte un’azione legale contro gli «illegali dazi» di Trump

C’è un primo Stato americano che fa causa al presidente Usa. La California chiede a un tribunale di bloccare gli «illegali» dazi di Donal Trump, accusando il tycoon di aver oltrepassato la sua autorità e di aver minacciato il commercio in uno Stato che rappresenta la quinta economia mondiale. La causa è intentata dal governatore stesso, Gavin Newsom, e dal procuratore generale, Rob Bonta. Viene contestata al presidente Usa l'invocazione dei poteri di emergenza per imporre unilateralmente tariffe sulle importazioni. I nuovi dazi sono «illegali», è la tesi. E, dice Newsom in un comunicato ripreso dalla stampa internazionale, «stanno scatenando il caos sulle famiglie californiane, sulle imprese e sulla nostra economia, facendo salire i prezzi e minacciando i posti di lavoro». Con questa causa legale, dice il governatore, «stiamo difendendo le famiglie americane che non possono permettersi che questo caos continui».
Trump, si sostiene nella causa, si è basato su uno statuto noto come International Emergency Economic Powers Act del 1977 (Ieepa), e ha rilasciato una serie di dichiarazioni che impongono, invertono, ritardano, riavviano e modificano le tariffe sui partner commerciali degli Stati Uniti. Ma la denuncia sottolinea che la legge non dà al presidente degli Stati Uniti l’autorità di imporre tariffe senza il consenso del Congresso. Chiede dunque alla corte di dichiarare gli ordini tariffari di Trump «illegali e nulli» e di ordinare al dipartimento di Sicurezza nazionale e alla Dogana di smettere di applicarli.
«L'attuazione caotica e disordinata dei dazi da parte del presidente non è solo profondamente preoccupante, ma anche illegale», ha dichiarato Bonta in un comunicato. «I californiani si stanno preparando a subire le conseguenze dell'impatto delle scelte del presidente. Dagli agricoltori della Central Valley alle piccole imprese di Sacramento e alle famiglie preoccupate al tavolo della cucina, il gioco che il presidente sta facendo ha conseguenze molto reali per i californiani in tutto il nostro Stato».
