
A Montespertoli la bellezza del riciclo supera le sindromi Nimby: il biodigestore conquista i cittadini
Da discarica a Ecocentro a polo più innovativo dell’Italia centrale per la valorizzazione dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata. È questa la parabola di Casa Sartori, il polo dell'economia circolare in carico a Alia Multiutility – il gestore unico e interamente pubblico dei servizi d’igiene urbana nella Toscana centrale – nel Comune di Montespertoli, che questa primavera ha aperto per la prima volta le porte ai cittadini mostrandosi nella sua nuova veste, accompagnato dalle telecamere di greenreport.
I residenti nel Comune hanno risposto con entusiasmo alla chiamata di Alia e dell’Amministrazione, per toccare con mano cosa succede dopo aver differenziato l’umido nelle proprie case. Due, finora, le visite guidate all’impianto, che hanno permesso di scoprire le varie fasi del processo: il biodigestore anaerobico ha una capacità di trattamento di 160.000 tonnellate annue di rifiuti organici e verdi, che verrà raggiunta entro il 2027, con una produzione di circa 12 milioni di metri cubi di biometano e 35.000 tonnellate di compost.
La discarica, che negli anni ha svolto un ruolo essenziale di presidio ambientale, è un lontano ricordo: esauriti i conferimenti, oggi è tornata una collina verde che fa cornice al biodigestore, inserito nel sontuoso paesaggio delle colline del Chianti grazie a un progetto curato da Pietro Giorgeri, già professore al dipartimento di Architettura all’Università di Firenze. Il biodigestore più grande dell’Italia centrale è diventato così parte integrante di un territorio di pregio, garantendo (grazie anche al supporto fornito in prospettiva dal biodigestore Albe di Peccioli e dall’impianto di compostaggio di Faltona) l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti organici alla Toscana centrale.
Un risultato per niente scontato, come documenta la cronaca delle sindromi Nimby (non nel mio giardino) e Nimto (non nel mio mandato elettorale), che in tutta Italia frenano la realizzazione degli impianti necessari alla transizione ecologica. Com’è stato possibile costruire il consenso sociale necessario a realizzare l’impianto?
La chiave è la trasparenza, come spiega a greenreport il sindaco Alessio Mugnaini durante il primo open day: «Non l’abbiamo mai nascosto a nessuno, l’idea nasce da una previsione urbanistica del Comune di Montespertoli del 2015, che inseriva la realizzazione di una sezione impiantistica anaerobica nell’area, cui è seguito un lavoro di partecipazione coi cittadini. Bisogna affrontare queste cose in modo aperto, difendendo le scelte che facciamo, spiegandole e raccontando i vantaggi che ne derivano».
Anche perché a Montespertoli la fase dell’apertura è solo all’inizio: si sta già lavorando per fare in modo che, dal prossimo autunno, il polo di Casa Sartori diventi un punto di riferimento per l’educazione ambientale, accogliendo visite di scuole e gruppi dalla Toscana e da fuori regione.
«È un progetto che abbiamo voluto fortemente con Alia per raccontare cos’è questo impianto, per far capire che realizzare impianti sul territorio è importante – aggiunge il vicesindaco di Montespertoli, Marco Pierini – Produce ricchezza per il territorio, aiuta l’ambiente ed è anche un po’ motivo d’orgoglio per la cittadinanza. La risposta è stata molto positiva, le persone vengono qui e capiscono che si tratta di un impianto all’avanguardia. Siamo molto soddisfatti: l’augurio è che questo possa diventare l’impianto di tutti, non solo dei cittadini di Montespertoli ma di tutto il territorio dell’Empolese-Valdelsa e della Toscana».
Vuoi vedere coi tuoi occhi come funziona l'economia circolare nel polo di Casa Sartori? Scoprila nell'approfondimento video in testa a quest'articolo, dove abbiamo raccolto le voci del sindaco, dei tecnici Alia e della comunità dei cittadini.
