
Dalle viscere del Congo le contraddizioni della transizione energetica che dobbiamo affrontare

L’emancipazione dalle fonti fossili, la transizione energetica verso l’elettrificazione, l’informatizzazione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, si reggono su spregevoli contraddizioni socio-ambientali pressoché ignorate. E comunque nell’assordante silenzio dei media mainstream.
Ad esempio, a parte gli stop and go dei Paesi occidentali e la “fuga in avanti” della Cina, nessuna transizione sarebbe praticabile senza due materie come il cobalto e il coltan (niobio più tantalio).
Il cobalto, oggi materiale utilizzato per le batterie, sembra sostituibile in futuro ma ciò richiede innovazioni tecnologiche e massicci investimenti in ricerca, che per ora non si vedono all’orizzonte. Il coltan, materiale utilizzato negli smartphone e in tutti i dispositivi elettronici, è invece ad oggi insostituibile.
Orbene, l’estrazione di queste due materie è concentrata nel Congo (uno dei Paesi più poveri al mondo): l’80% del coltan e il 70% del cobalto. Le lotte fra bande ribelli, finanziate anche da aziende multinazionali, per il controllo delle estrazioni, ad oggi, hanno prodotto 11 milioni di morti e 5 milioni di sfollati.
Ma anche i morti e i malati (moltissimi bambini) derivati dalla estrazione dei due materiali ci restituiscono cifre da brivido. L’Onu parla di 1000 minatori congolesi morti ogni anno, con annesse tutta una serie terribile di malattie e difetti genetici gravi, provocati dalla compresenza di elementi radioattivi come il radon, l’uranio e il torio.
L’estrazione, spesso a mani nude, senza alcun accorgimento mitigante gli impatti, causa deforestazione e inquinamento del suolo e dell’acqua.
I minatori sono pagati meno di due dollari al giorno. Cinesi e Kazaki (che acquistano quasi il totale dei materiali estratti) pagano il coltan 180 euro al Kg. Gli operai – vale ripetere: molti bambini – sono pagati 0,18 centesimi al Kg. Questo, va da sé, non giustifica il proseguimento dell’economia basata sui combustibili fossili, perché i suoi danni sono ancora peggiori; ma la necessaria ambizione della transizione ecologica è di essere al contempo anche giusta, e questo è un principio che deve valere fin nelle viscere del Congo.
L’emancipazione dai fossili e la transizione energetica ed elettrica, non si presentano come un pranzo di gala. È quella guerra mondiale a pezzetti di cui parlava Papa Francesco non viene combattuta solo con le armi e con i droni. È vero che abbiamo il cuore infranto dalle guerre in Ucraina e in Palestina ma… almeno non adoperiamo doppi, tripli, quadrupli standard anche per misurare il dolore e lo sdegno.
