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Un forno elettrico che produce acciaio è un vero impianto di riciclo, e dunque genera rifiuti

Nel migliore dei casi, produrre 1 milione di tonnellate di acciaio da forno elettrico genera 150mila tonnellate di scorie e altri rifiuti (anche pericolosi) da gestire
 |  Green economy

La transizione ecologica e elettrica sarebbe impensabile senza una gestione sostenibile dei materiali necessari. Fra questi, oltre alle terre rare, anche l’acciaio.

L’acciaio è riciclabile praticamente all’infinito, ma la sua produzione pretende una gestione oculata dal punto di vista degli impatti ambientali. Sia che si parli di “ciclo integrale” che di “forno elettrico”.

Il ciclo integrale utilizza minerale di ferro e carbon fossile, genera più emissioni di CO2 ma anche di polveri e richiede più energia. Il forno elettrico utilizza rottami ferrosi, genera meno emissioni di CO2 e non solo, e richiede meno energia.

In sintesi, il forno elettrico è un vero impianto di riciclaggio che ha una metodologia di produzione più sostenibile di quella dell’acciaio da altoforno, ma è importante considerare le criticità degli approvvigionamenti del rottame, delle fonti di energia utilizzate, delle emissioni associate al processo di produzione nonché dei rifiuti (anche pericolosi) generati.

L’unico impianto a ciclo integrale rimasto in Italia sono le acciaierie di Taranto che, peraltro, dovrebbero essere trasformate a forno elettrico.

L’approvvigionamento di rottame per forno elettrico avviene su scala mondo ma le criticità possono venire anche dal rottame nazionale. Il rottame può contenere infatti materiali radioattivi provenienti da apparecchiature mediche, dall’industria nucleare, da strumentazioni scientifiche, ecc. E può contenere anche sostanze chimiche pericolose come i Pcb (policlorobifenili), diossine, ecc. Queste ultime possono formarsi nello stesso processo di combustione/produzione.

Per quanto riguarda i rifiuti, secondo alcune stime la produzione di 1 tonnellata di acciaio da forno elettrico può generare da 0,2 a 0,5 tonnellate di scorie e altri rifiuti (anche pericolosi). Considerato un valore medio di 0,35 tonnellate di rifiuti per tonnellata di acciaio, una produzione di 3 milioni di tonnellate di acciaio produrrebbe circa 1 milione di tonnellate di rifiuti, tra scorie, polveri e fanghi.

Da tenere di conto che questi numeri variano secondo sistemi produttivi diversi, ma non scendono mai sotto lo 0,15 per tonnellata: ovvero, 3 milioni di tonnellate di acciaio = 450 mila tonnellate di rifiuti. Le scorie sarebbero a loro volta facilmente riciclabili, se una normativa più chiara e meno interpretabile self service lo permettesse. In ogni caso qualsiasi forno elettrico che produce acciaio necessita a sua volta, a valle, di impianti di riciclo e di smaltimento di rifiuti, anche pericolosi. Per dirla papale: discariche per centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti.

Vitaliano Milani

Con alle spalle una lunga carriera che ha attraversato il mondo della politica e dell’ambientalismo, è esperto di transizione ecologica ed economia circolare in particolare, vantando esperienze di spicco come dirigente d’impresa sempre in aziende ambientali. Su greenreport cura la rubrica “L’antitési”, per illuminare le zone d’ombra che restano fuori dal punto di vista delle narrazioni mainstream sulle notizie relative alla sostenibilità eco-sociale.