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Verso il nuovo sistema ETS2

La proposta degli ambientalisti francesi: un “reddito da carbonio” da redistribuire a chi fatica con le bollette

Mentre il primo ministro Bayrou presenta una proposta di bilancio per il 2026 in cui non ci sono investimenti aggiuntivi per la transizione ecologica, una serie di Ong lancia delle formule per conciliare ecologia e giustizia sociale: sì a nuove carbon tax, restituendo tutto o una parte dell’introito alle fasce più vulnerabili della popolazione
 |  Green economy

È stato calcolato che il nuovo sistema ETS2, ovvero il secondo sistema europeo di scambio delle emissioni che arriva nel 2027, avrà effetti più pesanti per le famiglie con meno risorse e che vivono in case poco efficienti dal punto di vista energetico: potrebbero infatti arriva a spendere fino a 230 euro in più all’anno per energia e trasporti. Per evitare che la transizione ecologica si trasformi in un ulteriore fattore di disuguaglianza, l’Unione europea ha istituito il Social Climate Fund, destinato a sostenere i cittadini più vulnerabili. Ma ci sono anche una serie di iniziative utili che potrebbero mettere in campo i singoli Stati membri.

Dalla Francia, per esempio, arriva questa proposta lanciata da un gruppo di Ong: mentre il primo ministro François Bayrou annuncia un nuovo pacchetto di austerità, pensa di sopprimere la Pasquetta come giorno festivo e, soprattutto, presenta una proposta di bilancio per il 2026 in cui non ci sono investimenti aggiuntivi per la transizione ecologica,  le associazioni ambientaliste stanno spingendo per l'introduzione di un «reddito da carbonio» che concilierebbe ecologia e giustizia sociale.

La proposta è tanto semplice quanto sensata: aumentare il costo dei combustibili fossili e distribuire il surplus di ricavato a chi ha difficoltà a pagare le bollette. Del resto, a partire dal 2027, la Commissione europea sottoporrà la benzina, il gas e il gasolio da riscaldamento al meccanismo delle «quote di carbonio», già in vigore per i siti industriali dal 2005, con l'obiettivo di raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050: le compagnie petrolifere dovranno acquistare all'asta i permessi di inquinamento, il cui prezzo sarà trasferito sulle bollette di benzina, gasolio e gas. In Francia sono ovviamente ancora memori dell’esperienza dei cosiddetti Gilet gialli. E allora ecco la proposta per anticipare e disinnescare eventuali proteste di chi della transizione vede solo i costi: ridistribuire i guadagni generati dall'ETS2, che per la Francia dovrebbero ammontare a una cifra compresa tra i 7 e i 9 miliardi di euro all'anno.

Tra l’altro, non si tratterebbe di un esperimento, ma della replica di un meccanismo già adottato in Canada, Austria e Svizzera, dove da diversi anni ridistribuiscono, in tutto o in parte, i profitti delle loro carbon tax. Riporta il sito Reporterre che le ipotesi in campo sono già più d’una, che l'importo potrebbe essere modulato in base al reddito o alla distanza dai centri urbani, oppure potrebbe essere uguale per tutti i cittadini: «Poiché i ricchi consumano di più, pagano anche più carbon tax, il che ristabilisce una forma di equità anche con una ridistribuzione uniforme del carbon pricing», afferma Marin Chaveyriat, responsabile dell'associazione Lobby Climatique Citoyen. Anche il think-tank Terra Nova, Secours Catholique e Transport & Environment insistono sulla necessità di restituire una parte significativa del guadagno. La rete Cler – riporta ancora il sito francese –  propone una formula «semplice, forte e facile da capire», come afferma il suo responsabile dei progetti europei, Étienne Charbit, che si applicherebbe ai fondi del sistema ETS2 e alle altre misure che gravano sulla bolletta energetica. Si può riassumere in uno slogan: «Per ogni 1 euro di denaro pubblico investito nella transizione, 1 euro viene ridistribuito attraverso un reddito da carbonio universale e progressivo». Il pagamento diretto sul conto bancario di ogni famiglia, auspicato dall'associazione, verrebbe aumentato per coloro che pagano molte tasse sull'energia, con un «bonus rurale».

La ridistribuzione è certamente essenziale, ma è soprattutto fondamentale che sia visibile, afferma Phuc-Vinh Nguyen, responsabile del centro per l'energia dell'Istituto Jacques Delors: «Se manca la parte della comunicazione, purtroppo il sistema e la sua accettabilità rischiano di essere compromessi». Un esempio che mette sul tavolo è quello di ideare una piattaforma che permetta di tracciare tutte le entrate dell'ETS2. Questo, sottolinea, anche «per motivi di trasparenza».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.