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Verso un mercato unico per rifiuti, materiali secondari e riutilizzabili

Economia circolare, al via la consultazione pubblica sul nuovo atto della Commissione Ue

Lanciato oggi dalla direzione generale Ambiente, dà tempo fino al 6 novembre per raccogliere le opinioni di esperti e grande pubblico
 |  Green economy

La direzione generale Ambiente della Commissione europea ha lanciato oggi una consultazione pubblica per conoscere il parere del grande pubblico – oltre che degli esperti – sul nuovo quanto atteso atto normativo sull'economia circolare.

«L'atto, la cui adozione è prevista per il 2026 – ricorda la direzione generale – istituirà un mercato unico per le materie prime secondarie e aumenterà l'offerta di materiali riciclati di alta qualità, stimolandone nel contempo la domanda nell'Unione».

Si tratta di finalizzare un percorso partito con l’inizio di quest’anno. Lo scorso gennaio, la Commissione Europea ha presentato la strategia denominata “Una bussola della competitività per l’Ue”, con cui viene tracciato il percorso per far sì che l’Unione diventi il luogo ove inventare, realizzare e commercializzare tecnologie, prodotti e servizi green assicurando la neutralità climatica. L’Ue deve puntare a creare un mercato unico per i rifiuti e per i materiali secondari e riutilizzabili.

Successivamente, a fine febbraio, è stato presentato il “Clean industrial deal”, ovverosia il piano per la competitività e la decarbonizzazione dell’Unione, con cui le istituzioni comunitarie intendono offrire un sostegno alle industrie europee, vessate dagli elevati costi dell’energia e dall’accresciuta concorrenza mondiale. Nel documento della Commissione, si ribadisce ancora una volta come la mancanza di un mercato unico per i rifiuti, le materie prime seconde (mps) e i materiali riutilizzabili ostacola lo sviluppo dell’industria europea.

Dal richiamo al mercato unico delle mps, sollevato dalla “Bussola” prima e ribadito dal “Clean industrial deal” poi, nasce la necessità di adottare un “Circular economy act”, con cui accelerare la transizione circolare basandosi sul mercato unico. La proposta di tale atto, attesa per il quarto trimestre 2026, si pone l’obiettivo di catalizzare gli investimenti nella capacità di riciclo e di incentivare l’industria europea a sostituire le materie prime vergini, riducendo contestualmente lo smaltimento in discarica e l’incenerimento delle materie prime diventate rifiuto.

Il provvedimento dovrà porre quindi le condizioni per consentire la libera circolazione dei prodotti circolari, delle mps e dei rifiuti, favorendo parimenti un incremento dell’offerta di materiali riciclati di alta qualità e stimolando la domanda di materiali secondari e prodotti circolari, con una riduzione dei costi delle materie prime impiegate nei processi produttivi.

A tale proposito, l’atto dovrà fornire un impulso a rivedere le normative esistenti sui rifiuti elettronici, così da renderle più semplici, adeguate agli obiettivi e in grado di recuperare le materie prime critiche contenute nei dispositivi. Il “Circular economy act” intende, poi, armonizzare i criteri di End of waste (EoW), per favorire il passaggio da rifiuti a mps. Le misure dell’atto dovranno essere complementari con gli altri provvedimenti dell’Ue sull’economia circolare e semplificare in particolare l’implementazione del regolamento sull’ecodesign dei prodotti sostenibili.

Le osservazioni che saranno raccolte con la consultazione pubblica «consentiranno alla Commissione di comprendere meglio i punti critici e le opportunità per promuovere l'economia circolare in Europa. L’atto accelererà questa transizione, aumentando la sicurezza economica, la resilienza, la competitività e la decarbonizzazione dell'Ue», garantiscono dalla direzione generale.

Il pubblico e gli esperti possono partecipare alle consultazioni online sul portale "Di’ la tua" della Commissione fino al 6 novembre 2025.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.