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“Il mondo delle cose” di Giorgio Nebbia di nuovo in rete

Viene rimesso in rete dalla Fondazione Luigi Micheletti rispettandone fedelmente la struttura e i contenuti il sito “Il mondo delle cose. Risorse-merci-ambiente” nel quale Giorgio Nebbia raccolse nel corso degli anni molti dei più significativi tra i suoi scritti
 |  Green economy

Il significato del sito “Il mondo delle cose. Risorse-merci-ambiente appare dal suo nome: la vita dei vegetali, degli animali e anche di quegli specialissimi animali che sono gli esseri umani, si svolge con una grande circolazione di materia e di energia dalla natura, agli esseri viventi, alla natura. Gli esseri viventi ottengono – in un certo senso “acquistano”, pur senza pagare un compenso in denaro, ma di scambi si tratta pur sempre e per questo è stato qui usato il termine “merci”, “merci naturali” gratuite – le “cose” necessarie per la vita dai grandi corpi naturali: i vegetali “comprano” l’anidride carbonica e l’acqua per la fotosintesi dall’aria e dal suolo e l’energia dal Sole; gli animali traggono il cibo dai vegetali e dagli animali, l’ossigeno dall’aria e l’acqua dai fiumi o dal sottosuolo. Gli esseri umani integrano il loro fabbisogno di “cose” con altre fabbricate per trasformazione di vegetali, animali, minerali, usando, oltre all’energia solare, quelle “cose” che il Sole ha formato milioni di anni fa, e che poi la Terra ha sepolto nel sottosuolo sotto forma di carbone, petrolio, gas naturale, “energia solare fossile”, quindi. Oltre che dalla natura gli esseri umani traggono le cose necessarie scambiandosele fra loro con compensi in denaro, “merci economiche” adesso.

Qualsiasi essere vivente, vegetale o animale, trasforma “le cose” necessarie per la vita, e tutta la materia che è entrata in circolazione si ritrova alla fine come scorie o rifiuti, “cose” anche loro, che finiscono nell’ambiente naturale circostante, nell’aria, nelle acque, sul terreno e che in genere la natura rimette in ciclo per far continuare la vita. Solo gli esseri umani, per il loro carattere speciale, immettono nei corpi naturali le scorie dei loro “prodotti” in una forma che spesso la natura non è capace di riutilizzare, “merci negative” che danneggiano, con il loro inquinamento, la vita.

Gli articoli e le osservazioni che appaiono in questo “sito” si propongono di descrivere qualche aspetto della grande circolazione di materia e di energia dalla natura, agli esseri viventi compresi gli esseri umani, e del ritorno della materia e dell’energia nei corpi della natura nei cicli natura-merci-natura.

Gli articoli e le osservazioni si propongono di avvertire i lettori che tali cicli, nel caso degli esseri umani, funzionano a spese di un impoverimento delle “cose” che sono accumulate nelle viscere della Terra sotto forma di combustibili fossili e di minerali (che non si rigenerano più nei tempi della storia umana), e delle cose che le piante traggono dal suolo nei loro cicli vitali alimentati dal Sole. Insomma: più “cose”, più merci, meno risorse disponibili in futuro. E la stessa energia, ogni volta che passa attraverso i cicli produttivi umani, si ritrova in forma meno “utile”.

La morale è che tutto dipende dal Sole e quanto più e meglio ricorreremo al Sole per le nostre macchine e per le nostre cose tanto minori saranno i conflitti per la conquista delle risorse scarse e tanto migliori saranno gli scambi fra le persone e i popoli con vantaggio per quelli più poveri della Terra.

Il disegno che accompagna il titolo di questo “sito” sintetizza i due fattori, le due “cose”, fondamentali per la vita, il Sole e l’acqua; esso rappresenta un distillatore solare, inventato da un bizzarro e geniale sapiente napoletano del Seicento, un dispositivo capace di trasformare, con l’energia del Sole, l’acqua salina imbevibile del mare in acqua dolce utile per bere e per irrigare i campi. Un distillatore solare simbolizza anche la copia umana, “tecnica”, del grande ciclo naturale dell’acqua. Anche in natura il calore solare fa evaporare l’acqua (tanta acqua, 500.000 miliardi di tonnellate all’anno) dai continenti e dagli oceani, e il vapore acqueo raffreddandosi si condensa poi e ricade, nella stessa quantità, sotto forma di pioggia e neve e disseta i campi, le piante, gli animali e gli esseri umani.

Luigi Piccioni

Luigi Piccioni si è laureato all’Università di Roma “La Sapienza” e si è perfezionato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Attualmente insegna storia economica e contemporanea all’Università della Calabria, coordina la redazione di “Altronovecento. Ambiente tecnica società” ed è vicepresidente della Società di Storia della Fauna “Giuseppe Altobello”. I suoi interessi di ricerca sono concentrati soprattutto sulla storia delle aree protette, sul primo ambientalismo e sulle culture ecologiste dalla metà degli anni Sessanta in poi. Tra le sue pubblicazioni Il volto amato della patria. Sul primo movimento italiano per la tutela della natura 1883-1934 (Camerino 1999), il saggio “La natura come posta in gioco. La dialettica tutela ambientale-sviluppo turistico nella storia della ‘regione dei parchi’”, nel volume sull’Abruzzo della Storia d’Italia Einaudi (Torino 2000), la biografia di Renzo Videsott, Primo di cordata (Trento 2010) e Parchi naturali. Storia delle aree protette in Italia (Bologna 2023). Un elenco completo dei suoi scritti – gran parte dei quali liberamente scaricabili - è consultabile nel sito https://gigipiccioni.wordpress.com/.