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Fresato d’asfalto, un’economia circolare da 10 milioni di tonnellate l’anno che pochi conoscono

Investendo ancora nel settore è possibile risparmiare 750 milioni di euro l’anno e l’impiego di materie prime vergini, ma va potenziata la domanda di prodotti con elevato contenuto di riciclato applicando i Cam strade
 |  Green economy

C’è un settore industriale, forse poco noto e poco al centro dei riflettori, che ricicla da solo la metà di quanto ricicliamo nei rifiuti urbani: si tratta del settore dell’asfalto, materia prima per tutte le infrastrutture stradali, che ha reso noti i suoi risultati circolari nel corso di Asphaltica world 2025 in base ai dati Siteb, la associazione leader nel settore dell’asfalto: ne abbiamo parlato con Marco Capsioni, direttore tecnico di Siteb.

Oggi il fresato d’asfalto (il materiale rimosso dalle strade prima delle nuove asfaltature) è pari a 17 milioni di tonnellate anno. La quasi totalità di questo flusso – una piccola parte viene trattata come sottoprodotto – viene avviato (con codice 17) come rifiuto speciale a impianti di recupero, per poi essere riciclato come “end of waste”.

Il 60% di questo flusso torna nei processi di asfaltatura delle strade, pari a circa 10 milioni di tonnellate, il cui uso consente di risparmiare ogni anno 10 milioni di tonnellate di inerti e 420.000 tonnellate di bitume vergine. Un’eccellente forma di riciclo in forma di loop.

Il restante 40%, circa 7 milioni di tonnellate, non viene valorizzato e finisce nei sottofondi stradali oppure depositato in attesa di essere impiegato o smaltito in discarica.

L’enorme quantitativo di rifiuti dell’asfalto riciclato fa quindi parte della ancora più grande famiglia del recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione, il principale flusso di rifiuti a recupero che abbiamo (oltre 80 milioni di tonnellate).

Un ottimo risultato di settore, quindi, frutto del lavoro delle imprese negli ultimi anni e che colloca l’Italia al terzo posto in Europa (fonte Eapa) per tasso di recupero del fresato d’asfalto (60%) nella produzione di conglomerato bituminoso, subito dietro Belgio (90%) e Germania (88%), alla pari con la Spagna (61%), ma ben sopra a Francia (45%) e Regno Unito (38%).

tabella fresato asfalto

Negli ultimi quindici anni l’Italia ha compiuto un vero e proprio balzo in avanti, passando dagli ultimi posti in Europa per riciclo dell’asfalto a una posizione di primo piano. Tuttavia, resta ancora quel 40% di fresato che non viene riciclato nella produzione di asfalto e la sfida è quella di raggiungere l’obiettivo dei Paesi benchmark (con valori di riciclo di 80-90%). Un obiettivo raggiungibile operando con azioni su molteplici direttrici d’intervento. Una è in mano alle imprese del settore, che devono procedere ad un ammodernamento degli impianti, oggi in molti casi obsoleti e con almeno 20 anni di vita. Esiste comunque un limite tecnico collegato alla capacità di lavorazione degli impianti per la produzione di conglomerato bituminoso. Si potrebbe infatti arrivare a risparmiare fino a 17,5 milioni di tonnellate di inerti e 700.000 tonnellate di bitume anno, per un valore complessivo di oltre 750 milioni di euro. Un potenziale enorme per la nostra economia circolare.

Ma gli investimenti necessari per adeguare gli impianti sono enormi e possono essere attuati solo se si potenzia la domanda di prodotti con elevato contenuto di riciclato, fresato in primis.

Il quadro legislativo è ormai completato e efficace, coi provvedimenti End of waste e l’aggiornamento recente del Cam Strade. Ora si tratta di applicare le norme, applicando i Cam, aumentando le quantità previste nei progetti nei progetti di tipo pubblico, e promuovendo una maggiore penetrazione dell’asfalto riciclato nei progetti privati.

Andrea Sbandati

Andrea Sbandati è senior advisor di Confservizi Cispel Toscana (l’Associazione regionale delle imprese di servizio pubblico), dopo esserne stato Direttore fino a novembre 2024. È esperto senior nella regolazione economica della gestione dei rifiuti urbani e dei servizi idrici (sistemi tariffari, piani industriali, benchmark), come nella organizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti, energia, altro). Ricercatore senior nel campo della gestione dei rifiuti e dell'acqua, docente in Master di specializzazione nella regolazione economica dei servizi ambientali locali (Sant'Anna, Turin school of regulation). Da venti anni coordinatore ed esperto di progetti di assistenza tecnica e cooperazione internazionale nei servizi pubblici locali (Medio Oriente, Africa, Sud America).