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Attacco con droni alla centrale nucleare russa di Kursk

La guerra sta rendendo sempre più alto il rischio di un incidente nucleare grave
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

L’International atomic energy agency (Iaea) ha comunicato di essere a conoscenza delle segnalazioni riguardanti un incendio nella centrale nucleare russa di Kursk (NPP) che è stato causato da «attività militare». Infatti, il governo della Federazione Russa ha reso noto che un drone ha danneggiato un trasformatore, provocando un incendio, della centrale nucleare costruita a circa 50 km dal confine con l'Ucraina.

In un post pubblicato domenica su X, l'Iaea non dice di chi sia la responsabilità dell’attacco alla centrale nucleare, limitandosi a scrivere di «Essere a conoscenza di resoconti giornalistici secondo cui un trasformatore della centrale nucleare di Kursk, in Russia, avrebbe preso fuoco a causa di attività militari. Sebbene l'AIEA non abbia conferme indipendenti di queste notizie, [il Direttore Generale] Rafael Grossi sottolinea che "ogni impianto nucleare deve essere protetto in ogni momento"».

Ma è più che evidente che si tratti di un’azione militare ucraina. L’attacco è stato portato durante la notte del 23 e 24 agosto con diversi droni ucraini e uno di questi, intercettato dalla contraerea russa, è esploso all'impatto vicino alla centrale nucleare di Kursk, danneggiando un trasformatore ausiliario e innescando un incendio, successivamente spento. Sul canale Telegram ufficiale della centrale nucleare russa si legge che «I livelli di radiazione nel sito e nelle aree circostanti sono rimasti invariati. Sebbene non siano state segnalate vittime, la centrale nucleare ha dovuto ridurre del 50% il carico su una delle sue tre unità operative».

L'a centrale nucleare di Kursk è una tra quelle più a rischio di grave incidente nucleare a causa della guerra tra Russia e Ucraina. Durante una controffensiva sferrata nell’agosto 2024, l'esercito di Kiev aveva invaso la regione russa di confine conquistando diverse centinaia di nell'agosto 2024. Ad aprile, i funzionari russi hanno dichiarato Km2 di suolo russo ma, dopo un sanguinoso contrattacco russo durato mesi, ad aprile il governo di Mosca aveva annunciato che le truppe ucraine erano state espulse dalla regione di Kursk, ma denunciano che dopo la centrale nucleare di Kursk è stata oggetto di diversi attacchi ucraini.

Intanto la guerra continua a minacciare la più grande centrale nucleare europea occupata dai russi. Mentre l'AIEA si avvicina al terzo anno di presenza continuativa sul sito nucleare di Zaporizhzhya, il 22 agosto Grossi ha fatto il punto sulla situazione in Ucraina: «La presenza costante dell'International atomic energy agency (Iaea) presso la centrale nucleare di Zaporizhzhya (ZNPP) è stata essenziale per i nostri sforzi continui volti a ridurre il rischio di un incidente nucleare nel contesto del conflitto».

Ma le cose non sono per niente tranquille, il direttore generale dell’Iaea ha riferito che, la settimana precedente alla sua dichiarazione, c’è stata quasi ogni giorno attività militare intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhya e ha aggiunto che «Anche i team dell'Iaea presenti presso le centrali nucleari di Khmelnytskyy, Rivne e dell'Ucraina meridionale e presso il sito della centrale nucleare di Chornobyl hanno udito allarmi di incursione aerea quasi ogni giorno».

Il 21 agosto, il team dell'Iaea che sorveglia il cadavere nucleare di Chernobyl è stato svegliato dal rumore di molte esplosioni e dopo ha saputo che diversi droni erano stati rilevati sopra la Zona di Esclusione, a circa 5 chilometri dalla centrale nucleare distrutta da un incidente nel 1986, e che i rumori uditi dal team Iaea erano quelli del fuoco antiaereo.
Di fronte a tutto questo, che mette in evidenza l’estrema fragilità delle centrali nucleari in caso di conflitto, con russi e ucraini che si scambiano accuse di voler provocare un nuovo disastro nucleare maggiore di quelli di Chernobyl e Fukushima, Grossi ha dichiarato tutta l’impotenza dell’Iaea: «La mia posizione rimane invariata. Sono profondamente preoccupato per l'aumento della frequenza delle segnalazioni di attività di droni nei pressi di impianti nucleari. Rinnovo il mio appello alla massima moderazione militare per prevenire un incidente nucleare».

Nelle 3 centrali nucleari operative rimaste in Ucraina, 2 dei 9 reattori sono chiusi per manutenzione e rifornimento, che comprendono lavori su alcune linee elettriche esterne. A metà agosto, la potenza di due reattori è stata ridotta a causa di limitazioni della rete. Entrambi sono poi tornati ai livelli di potenza nominali.

Da più di 3 mesi, la centrale nucleare di Zaporizhzhya è collegata a un'unica linea elettrica esterna e i team Iaea monitorano anche la situazione dell'alimentazione esterna, che «Continua a essere estremamente fragile». Si tratta del periodo più lungo in cui il più grande sito nucleare europeo non ha avuto una linea elettrica di riserva.

Come se non bastasse, la settimana scorsa, il team dell'Iaea di stanza a Zaporizhzhya è stato informato della recente costruzione di una diga per isolare uno dei canali che portano acqua alla centrale nucleare e che attualmente fornisce acqua per il raffreddamento di diversi sistemi dell'impianto, come i trasformatori di unità che forniscono energia ai 6 reattori, necessaria per il funzionamento dei loro sistemi di sicurezza.

I sei reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhya sono in stato di arresto a freddo dalla primavera del 2024, ma hanno bisogno ancora di acqua per il raffreddamento per i sistemi di sicurezza, i noccioli dei reattori e le piscine del combustibile esaurito. L’Iaea spiega che «Mentre la centrale nucleare continua a utilizzare l'acqua proveniente dai pozzi di falda in loco per il raffreddamento di questi servizi essenziali, la diga è stata costruita per preservare l'acqua nel canale e fornire il raffreddamento ad altri sistemi dell'impianto necessari per mantenere la ZNPP in stato di arresto sicuro per lunghi periodi di tempo».

Inoltre, il team Iaea è stato informato che «Il sito sta pompando acqua dalla vasca di raffreddamento nella parte isolata di questo canale e che l'attuale livello dell'acqua nel canale è di oltre un metro superiore al punto in cui le pompe di raffreddamento cesserebbero di funzionare. La ZNPP sta inoltre valutando altre opzioni per l'alimentazione elettrica delle sue unità reattore al fine di mantenere operativi i suoi sistemi di sicurezza, nonché altre misure per il raffreddamento dei trasformatori delle unità».

Grossi ha fatto notare che «Questo sottolinea i problemi in corso nel garantire un raffreddamento affidabile dell'acqua per i sei reattori della ZNPP e i relativi sistemi di sicurezza, necessari per garantire un arresto a freddo a lungo termine. La potenziale perdita di raffreddamento derivante dall'esaurimento dell'acqua in questo canale della ZNPP rappresenta una reale preoccupazione per la sicurezza nucleare, che è una priorità per l'Iaea. I team dell'Iaea continueranno a richiedere l'accesso alla nuova diga di isolamento e monitoreranno la situazione con estrema attenzione».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.