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Black friday, il Wwf: fast fashion e non solo, il prezzo nascosto dietro gli sconti lo paga la natura

Dai rossetti che svuotano gli oceani agli smartphone che distruggono foreste: il Panda invita a scelte consapevoli in occasione del venerdì di grandi sconti. «Il prossimo non deve trasformarsi in un venerdì nero per il Pianeta»
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Venerdì 28 novembre torna il Black friday, la corsa agli sconti che inaugura la stagione dello shopping natalizio. E il Wwf ricorda che dietro ad ogni click e prodotto acquistato c’è un costo che non vediamo: quello pagato dal Pianeta. Secondo le analisi di settore riportate dal Panda, in questa occasione in Italia, gli acquisti si concentrano soprattutto su elettronica (60%), abbigliamento (51%), cosmetica (32%) e giocattoli (30%).  Il Wwf, nell’ambito della campagna Our Future, ricorda il costo in termini ambientali dei prodotti venduti e acquistati. Per questo è fondamentale, in questo periodo ancora più che in altri, fare attenzione a ciò che compriamo e ricordare che un prodotto molto economico è più facilmente una minaccia per l’ambiente e dunque anche per noi. Ecco qualche esempio, ma anche consiglio forniti dal Panda per fare scelte più consapevoli e rispettose dell’ambiente.

Si parte dal settore moda, con l’associazione ambientalista che ricorda che la t-shirt «beve più di noi, le scarpe che calpestano la foresta, il piumino che pesa sugli animali e gli anelli che scavano la Terra». Ed ecco la spiegazione di queste affermazioni. Per produrre una maglietta di cotone servono 2.700 litri d’acqua: è la quantità che ognuno di noi beve in due anni. A questo si aggiungono pesticidi, tinture e microfibre che inquinano i fiumi e mari, mentre montagne di rifiuti tessili hanno enormi impatti su comunità e ecosistemi. Il cuoio e il lattice delle suole in gomma utilizzati per produrre le nostre scarpe provengono spesso da allevamenti o piantagioni in aree tropicali, come Brasile o Indonesia, dove la pressione produttiva contribuisce alla perdita di foreste e all’inquinamento ambientale legato all’uso di sostanze chimiche nella concia e ai pesticidi nelle monoculture. Dietro un paio di sneakers che indossiamo possono nascondersi foreste scomparse e corsi d’acqua contaminati. Ci sono capi, poi, che pesano sugli animali, come molti piumini riempiti con piume d’oca o d’anatra, ottenute tramite spiumatura cruenta, una pratica dolorosa e non etica.

Come ricorda tra l’altro il Wwf, oggi esistono tante alternative cruelty‑free, imbottiture sintetiche di nuova generazione o materiali riciclati, che garantiscono lo stesso livello di calore e comfort senza causare sofferenze agli animali.

In generale, per ridurre gli impatti della moda, l’associazione ambientalista consiglia di comprare meno, preferire  tessuti naturali meglio se certificati biologici e riscoprire il valore del vintage o del second hand. Anche per i gioielli è possibile scegliere opzioni più sostenibili, come oro riciclato o certificato Fairmined: per un singolo anello d’oro, infatti, si possono generare fino a 20 tonnellate di scarti minerari tossici, contaminando acqua e suolo.

E poi c’è il settore cosmetica, col «rossetto che svuota gli oceani e il profumo che distrugge le foreste». Spiega infatti il Panda che forse non in molti sanno che in tanti rossetti si nasconde lo squalene, un olio estratto dal fegato di squali. Ogni anno più di 3 milioni di squali vengono uccisi per produrre questa sostanza. Anche l’olio di sandalo, di patchouli e altre essenze pregiate utilizzate per produrre profumi, provengono spesso da specie minacciate o raccolte senza controllo. In alcune aree dell’Asia, il sandalo selvatico è ormai quasi estinto. La produzione non sostenibile di questi oli e fragranze mette a rischio la biodiversità. Per fare scelte più responsabili, spiega il Wwf, possiamo scegliere profumi formulati con oli sostenibili con certificazioni Fsc o Rainforest alliance, che garantiscono una raccolta tracciata e che non minaccia specie selvatiche. Oppure preferire cosmetici plant-based e cruelty free, controllando sempre che lo squalene sia di origine vegetale e ricordando che quello ricavato dagli squali si trova soprattutto in prodotti acquistati su siti extra Ue.

E infine ecco il settore tecnologia, probabilmente quello a cui più ci si rivolgerà per gli acquisti scontati di questi giorni. Il Wwf definisce «lo smartphone come una miniera portatile». Il motivo? Eccolo: ogni telefono cellulare contiene terre rare e metalli critici come cobalto e coltan, estratti in condizioni devastanti per foreste e comunità locali. La scelta più sostenibile è mantenere il proprio smartphone il più a lungo possibile, il vero upgrade è farlo durare.

E poi non bisogna sottovalutare l’impatto che le spedizioni hanno sull’ambiente: ogni ordine online può emettere 1,5–3 kg di CO₂ per trasporto e imballaggi. Il Wwf consiglia di raggruppare gli ordini, scegliere spedizioni green o acquistare da artigiani locali.

Eva Alessi, responsabile Sostenibilità Wwf Italia, dichiara: «Il Black Friday non deve trasformarsi in un venerdì nero per il Pianeta. Ogni scelta di acquisto è anche una scelta ambientale: possiamo ridurre l’impatto scegliendo consapevolmente».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.