Skip to main content

Intervista a Carlo Monguzzi, consigliere comunale e presidente della commissione Ambiente del capoluogo lombardo

«Peggio di Tangentopoli. Sala chiarisca e metta mano alla giunta, altrimenti regaliamo Milano alla destra»

«Da politico e da ambientalista dico che la cosa più grave di cui parla la Procura è l’esistenza di un assessorato parallelo messo a gestire l’urbanistica e l’edilizia a favore dei privati. Il sindaco dica se è vero che c’è un Piano regolatore che noi abbiamo discusso e votato, alla luce del sole, e poi anche un piano ombra realizzato per favorire qualcuno»
 |  Interviste

«È peggio di Tangentopoli. Sala chiarisca, metta mano alla giunta e blocchi tutti i progetti, a cominciare dalla schifezza di San Siro». È lapidario il commento di Carlo Monguzzi dopo aver letto quanto riportato dalla Procura di Milano sulla gestione dell’urbanistica in città. Monguzzi è consigliere comunale, nel capoluogo lombardo. Ed è presidente dell’ottava commissione di Palazzo Marino, quella cioè che si occupa di ambiente, mobilità, arredo urbano, verde. Una vita nel mondo dell’ambientalismo (ha contribuito alla nascita dei Verdi e di Legambiente, di cui è stato presidente regionale), Monguzzi all’inizio degli anni ‘90 era assessore regionale all’Ambiente in Lombardia.

Intervista

Tangentopoli dunque l’ha vissuta da un punto di osservazione non male: perché dice che quanto sta emergendo oggi è addirittura peggiore?

«Allora c’erano grandi cifre di corruzione e grandi nomi coinvolti. Le tangenti servivano a orientare alcune scelte. Leggendo dell’inchiesta di oggi non mi pare ci siano particolari fenomeni di corruzione ma, lo dico da politico e da ambientalista, quanto emerge è peggiore perché si parla di un sistema parallelo: la Procura descrive un assessorato parallelo che gestisce l’urbanistica e l’edilizia a Milano a favore dei privati. I magistrati parlano di un Piano regolatore ombra. Cioè c’è un Piano regolatore che noi abbiamo discusso e votato, alla luce del sole, e poi c’è un piano ombra realizzato per favorire i privati. Questa è la cosa più grave».

Lei dice? Leggendo quanto scrive la Procura ci sarebbe anche molto altro non meno grave.

«Dalle indagini emergono particolari da mal di stomaco, ma sono quelli che a noi ambientalisti interessano meno. Ciò che ci interessa è quel che è successo politicamente a Milano: un’espansione urbanistica totalmente incontrollata, una cementificazione della città fortissima senza o con poche regole. Io e pochi altri lo abbiamo denunciato da tempo, ora lo dice anche la Procura. E poi c’è l’abominio sul Salva-Milano».

Perché abominio? Anche una parte delle forze di sinistra ha avallato quella proposta di legge.

«Perché abominio? Semplice: c’è un’indagine? Facciamo una legge per insabbiare le inchieste. Una cosa così la sinistra non se l’era mai neanche sognata finora».

Cosa deve fare dunque ora il sindaco Sala, secondo lei?

«Venga in aula e spieghi se c’è davvero questo ufficio parallelo che gestiva tutte le autorizzazioni. E chiarisca perché la commissione Paesaggio, che doveva occuparsi dell’inserimento delle opere all’interno appunto del paesaggio e aveva dunque una funzione inerente all’estetica, è diventata invece una commissione che decideva dei progetti e si occupava di autorizzazioni rispetto ai volumi dei manufatti».

Ma lei tutte queste criticità non le ha evidenziate prima?

«Evidenziate? Le ho urlate. Praticamente tutti i lunedì, per mesi e mesi, ho chiesto alla giunta di rispondere politicamente alle accuse che da tempo sono state fatte. Risposte non sono state date e oggi, a leggere quel che scrive la Procura, purtroppo abbiamo avuto ragione su tutto».

Abbiamo chi?

«Su queste cose insisto da tempo insieme a un paio di consiglieri e ai comitati ambientalisti. Sono furibondo perché, uno, sono di sinistra e vorrei che questa città continuasse a essere governata dalla sinistra e perché, due, su queste cose ho continuato e continuo a chiedere chiarezza in Consiglio comunale. Finora nessuno mi ha risposto. Ora, lunedì, mi aspetto un atteggiamento diverso dal sindaco Sala».

Che risposte si aspetta?

«Non riguardanti le accuse della magistratura, quelle le darà nelle sedi opportune. Mi aspetto risposte sulla questione che dicevamo prima, sull’esistenza di un ufficio parallelo che gestiva l’urbanistica».

Non potrebbe trattarsi, come si suol dire, di semplici “mele marce”? Che ruolo potrebbe avere Sala in questo?

«Eh no, già ci hanno provato trent’anni fa. Quello che emerge dalle indagini è un sistema, non può dipendere da singole persone. E allora Sala deve spiegare dalla A alla Z quel che è successo, non può continuare a dire “non c’ero e se c’ero dormivo”. Sala deve dare risposte ai problemi emersi e poi agire concretamente».

Agire per fare cosa?

«Deve ribaltare il tavolo, cambiare un bel pezzo della giunta. E come nuovo assessore all’urbanistica non può arrivare un clone dell’attuale: deve essere una persona di totale rottura, completamente fuori dai meccanismi adottati negli ultimi anni. E poi, per un minimo di decenza, si fermino tutti i progetti, a partire dalla schifezza di San Siro».

La vendita dello stadio e delle aree circostanti? Una schifezza perché?

«Per il metodo e per il merito. Sala vuole chiudere entro il 31 luglio, senza lasciare il tempo di discutere ulteriormente la questione. Quanto al merito: stiamo parlando di un regalo ai privati, di un’operazione che non ha niente di interesse pubblico. Ma dico io: possiamo, in pochi giorni, votare in Consiglio per avallare un accordo con squadre di calcio e fondi speculativi?»

E se lunedì questi chiarimenti e queste azioni non dovessero arrivare?

«Allora tutti a casa. Non è quel che voglio, è chiaro. Il mio obiettivo è difendere la città dai palazzinari e non regalare Milano alla destra. Per questo dico chiariamo tutto, cambiamo tutto e andiamo avanti. Ma se si fanno i cambi alla Gattopardo, vuol dire che siamo da capo a 12, vuol dire che non è stato capito niente. Vuol dire che stiamo regalando la città alla destra».

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.