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Umberto Mazzantini candidato alle elezioni regionali in Toscana, per una transizione ecologica a favore dei cittadini

«Alleanza Verdi Sinistra presenterà come prima misura della prossima legislatura regionale una legge per il clima»
 |  Interviste

Umberto Mazzantini, tra i fondatori di greenreport – che ancora oggi ci pregiamo di ospitare sulle nostre pagine – è candidato alle elezioni regionali che chiameranno i cittadini toscani alle urne i prossimi 12 e 13 ottobre. «Ho accettato la candidatura – spiega Mazzantini – perché credo che la Toscana abbia bisogno di un forte rinnovamento e che le ragioni dell’Elba, Piombino e di tutta la Provincia di Livorno siano rappresentate in maggioranza da una nuova forza (Alleanza Verdi Sinistra) che non fa parte dell’attuale giunta. Una forza che porti nuove idee e che segni una forte discontinuità su sanità, trasporti pubblici, scuola, casa, ambiente, lavoro, rigassificatore, acqua pubblica, politiche di pace».

Intervista

Secondo i dati messi in fila da Legambiente, nell’ultimo anno in Italia gli eventi meteo estremi sono cresciuti del +485% rispetto al 2015, e la costa toscana è tra le aree più a rischio, come mostra da ultimo l’alluvione subita dall’isola d’Elba. Come se ne esce?

«Se ne esce facendo il contrario di quello che ha detto Donald Trump nel suo folle intervento all’Assemblea Generale dell’Onu. Se ne esce prendendo sul serio quello che gli scienziati ci dicono da decenni, con previsioni che sembravano catastrofiche e che si sono rivelate fin troppo prudenti rispetto all’accelerazione e alla frequenza dei fenomeni estremi che negli ultimi anni hanno colpito la Toscana e le sue isole. Invece, mentre un pezzo di Toscana affoga ad ogni bomba d’acqua, i negazionisti climatici sguazzano nel fango della disinformazione. Occorre mettere subito in atto azioni di mitigazione e adattamento, a cominciare dalle città spugna e dalla revisione e ambientalizzazione di grandi opere del passato o che si vorrebbero fare e che si sono rivelate, o diventeranno, concause della crisi climatica nella quale la Toscana sembra purtroppo in prima linea.

Per questo, come Alleanza Verdi Sinistra presenterà come prima misura della prossima legislatura regionale una legge per il clima che vede tra i suoi punti centrali la Strategia regionale di mitigazione e adattamento, il Piano triennale per la neutralità climatica, il Piano regionale di adattamento, tutti integrati con i piani comunali e soggetti ad aggiornamenti periodici. I Comuni, inoltre, dovranno adottare i PAESC (Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima), con il sostegno di fondi regionali. Ma non solo: la legge prevederà anche strumenti innovativi come big data e intelligenza artificiale, un bilancio verde, l’integrazione tra salute e clima, l’istituzione di una Assemblea dei giovani per il clima, e percorsi di educazione climatica. Bisogna ridurre il consumo di suolo, porre fine alle cementificazioni, recuperare, ricostruire, porre un freno all’edilizia speculativa e incentivare quella sociale e pubblica per permettere a chi non riesce a pagare casa e affitti di avere il diritto a un alloggio e a farsi una famiglia».

Per mitigare la crisi climatica in corso occorre sostituire rapidamente i combustibili fossili con le fonti rinnovabili, ma la Toscana è a oggi molto indietro rispetto ai pur timidi obiettivi fissati dal Governo al 2030: al ritmo attuale li raggiungeremo solo nel 2049. Cosa serve per accelerare?

«Serve la consapevolezza che siamo di fronte a un punto di non ritorno – con confini planetari che per molti parametri abbiamo già superato – e che la decarbonizzazione dell’economia non è solo una necessità ma un imperativo vitale e morale, la più grande sfida che l’umanità ha di fronte. Le guerre che stanno devastando il mondo non solo ci distraggono dalla vera guerra che bisogna combattere, quella climatica e per non perdere biodiversità e natura, ma sono quasi tutte guerre - anche quella in Palestina – per i combustibili fossili, per il gas e il petrolio. E le stesse forze che muovono guerra e la finanziano sono, non a caso, quelle che stanno smantellando l’European Green Deal e gli accordi Onu/Unfccc per ridurre le emissioni climalteranti a livello europeo e globale. Per questo la posizione negazionista e pro-fossili e nuclearista del nostro governo è pericolosa: l’Italia dovrebbe e potrebbe correre sulle energie rinnovabili e invece ha rallentato fino a fermarsi.

Per questo è stato profondamente sbagliato l’atteggiamento tenuto dal Presidente della Regione Eugenio Giani rispetto al rigassificatore di Piombino: ha sposato inizialmente le tesi della destra di governo scaricando la destra piombinese delle sue responsabilità, permettendo al sindaco di FdI e alla sua giunta di fare due parti in commedia: pro rigassificatori a e Gnl al governo, in Europa e negli accordi capestro con Trump e anti-rigassificatore per finta in città. Quel rigassificatore da Piombino se ne deve andare prima di tutto perché rappresenta una politica energetica sbagliata che ci sta portando alla catastrofe ambientale. E ora la Regione devi pretendere che il governo mantenga le promesse fatte, riguardanti sia le compensazioni e le opere pubbliche che la tempistica di permanenza di un rigassificatore che non vuole nemmeno la giunta di destra della Liguria». 

La transizione ecologica dev’essere anche giusta, un’occasione per ridurre le crescenti disuguaglianze che lacerano la nostra società e ridurre i costi – a partire da quelli delle bollette – per i cittadini. Cosa possiamo fare in tal senso a livello locale, a partire dalla Toscana?

«Serve un piano per la neutralità climatica. Come ho già detto, c’è bisogno di più energie rinnovabili e molto rapidamente, ma c’è anche bisogno di integrarle meglio nel territorio, di maggiore partecipazione, di meccanismi che contrastino la sindrome Nimby, come il Débat Public francese che fissa tempi e confini per prendere una decisione condivisa e informata su grandi progetti di interesse pubblico. Per esempio, la Regione Toscana ha fatto uno sbaglio clamoroso a negare la valutazione ambientale per il dissalatore dell’Isola d’Elba. Con l’intenzione di velocizzare l’iter lo ha invece ritardato, e il Governo Meloni ha preso la palla al balzo per eliminare completamente la valutazione ambientale sui dissalatori dalla legge Salvamare.

La transizione ecologica deve essere democratica e partecipata. Anche perché l’aumento del lavoro povero e precario rischia di scaricare costi insostenibili sui cittadini. Le rinnovabili, e la revisione della tariffazione partendo dai costi reali e non da quelli delle ormai più costose fonti fossili, possono alleviare le bollette, insieme a una produzione partecipata e diffusa di energia rinnovabile che però stenta a decollare a causa di ostacoli burocratici e di una politica al servizio delle grandi lobby fossili e nucleari. In questo nuovo contesto di rapidissimo mutamento, bisogna ridare dignità al lavoro con un salario minimo garantito e creando nuovi lavori stabili, dignitosi e redditizi nelle nuove energie e nella conversione ecologica dell’economia».

L’Europa e l’Onu prevedono che le Aree protette raggiungano il 30% della superficie marina e terrestre. A che punto siamo in Toscana e cosa bisogna fare?

«La Toscana era in questo campo una regione all’avanguardia, ora siamo sotto la media italiana: secondo Legambiente solo il 9% del territorio regionale è protetto. A mare l’unica vera area marina protetta e è quella piccolissima della Meloria. Le isole dell’Arcipelago Toscano – Elba e Giglio escluse – sono circondate da vincoli a mare provvisori in attesa dell’istituzione dell’Area marina protetta prevista dal 1982, si tratta probabilmente della più antica area marina protetta non istituita al mondo.  Il Santuario internazionale dei Cetacei e i SIC/ZPS a mare sono poco più di segni sulla carta. Dopo la loro abolizione le Aree naturali protette di interesse locale non sono state sostituite con altri tipi di protezione. In provincia di Livorno, dove sono candidato, il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è privo da mesi di presidente e direttivo e la destra aspetta che passino le elezioni regionali per imporre come presidente Matteo Arcenni, il sindaco di Fratelli d’Italia di Terricciola (Pisa) che vanta come unica conoscenza dell’Arcipelago quella di andare a vela a Capraia. La Parchi Val di Cornia, che comprende i SIC di Rimigliano e del parco archeo/minerario di San Silvestro, è in crisi evidente e AVS chiede che tutto venga accorpato in un nuovo Parco Regionale. La Regione Toscana deve ricominciare a svolgere un ruolo da protagonista, da apripista delle politiche delle aree protette e del loro adeguamento alla nuova realtà climatica e della crisi della biodiversità, deve dire come intende contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei e globali, anche attraverso la Nature Restoration Law. La Toscana deve cambiare decisamente passo, perché ha rallentato fino a fermarsi e, di fronte a un attacco sempre più forte alla natura, di fronte alla sesta estinzione di massa che incombe, bisogna correre».

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.