«Lo stato attuale del sistema di depurazione e del riuso delle acque reflue è assolutamente carente»
Nell’ambito del report “Il futuro dell’acqua”, presentato alla fiera Accadueo, sono state realizzate una serie di interviste a soggetti qualificati del settore idrico. «Le interviste hanno avuto l’obiettivo di mettere in luce non solo le principali difficoltà operative e gestionali percepite dai protagonisti del comparto – viene sottolineato – ma anche le prospettive di innovazione e le strategie prioritarie che, a detta degli esperti, dovrebbero essere perseguite per rendere il Servizio Idrico Integrato più efficiente, sostenibile e resiliente».
Quella che segue è l’intervista a Fabio Fatuzzo, Commissario straordinario unico alla depurazione e al riuso delle acque reflue.
Intervista
Come valuta lo stato attuale del sistema nazionale di depurazione e riuso delle acque reflue?
Non possono esserci dubbi. Lo stato attuale del sistema nazionale di depurazione e del riuso delle acque reflue è assolutamente carente. I motivi possono essere tanti ma il principale è individuabile nell’eccessiva superficialità nell’affrontare la necessità del riuso.
Quali sono le principali criticità che sta affrontando nel Suo ruolo di Commissario Straordinario Unico?
I tempi necessari per sviluppare i lavori si dilatano e diventano eccessivamente lunghi per il disbrigo delle varie autorizzazioni. Sono carenti i poteri assegnati al Commissario Straordinario Unico e di conseguenza non può non può esercitare con l’efficacia necessaria il proprio ruolo.
Quali innovazioni tecnologiche e soluzioni impiantistiche giudica più efficaci per migliorare l’efficienza dei depuratori e favorire il riuso sicuro delle acque reflue?
La depurazione dell’acqua con il ritorno a “membrana” e a raggi U.V. Ciò consentirebbe non solo il pieno riuso ma il rimpinguo delle falde e il massimo rispetto per l’ambiente marino e terrestre.
Che impatto hanno avuto i fondi PNRR e gli altri strumenti di finanziamento sulla programmazione degli interventi commissariali? Hanno contribuito a ridurre i divari territoriali?
Non possiamo parlare di impatto perché è stata esclusa la possibilità di accedere ai finanziamenti PNRR per il settore depurativo e fognario.
Quali riforme o strumenti normativi ritiene necessari per rendere più efficiente e sostenibile la gestione del servizio idrico integrato, con particolare riferimento al segmento della depurazione?
La gestione del S.I.I. (Sevizio idrico integrato) deve essere almeno organizzata su base regionale se non addirittura su microaree (es. N-E/N.O/ centro Italia/Sud- Sardegna-Sicilia) in modo da uniformare le tariffe e poter contare sulle somme necessarie per effettuare gli investimenti finalizzati a:
1. Ridurre le perdite in rete
2. Ridurre i costi di gestione utilizzando fondi di energia rinnovabile
3. Rinnovare tutti gli impianti di depurazione utilizzando le più moderne tecniche.
Occorre poi che si crei una Autorità Nazionale per l’Acqua in modo che le scelte politiche/tecniche ed organizzative siano affrontate in maniera unitaria e con respiro nazionale e pluriennale.