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Cinghiali e caprioli, una petizione animalista contro la legge toscana

Aumentano le critiche alla legge Remaschi sugli ungulati
 |  Natura e biodiversità

Daniela Taddei ha lanciato su Facebook la petizione “Urgente: diciamo no alla strage di cinghiali e caprioli in Toscana!”, che ha forti connotati animalisti ed emozionali, ma che potrebbe anche raccogliere consensi tra chi ha un  approccio più scientifico e che non esclude una gestione faunistica e abbattimenti ed eradicazioni di ungulati, ma che considera indigeribile dal punto di vista gestionale ed ambientale la nuova legge toscana.

Ecco cosa si legge nella petizione pubblicata su change.org e indirizzata al presidente della Regione Enrico Rossi e alla Giunta della Regione Toscana:

«Vi chiedo di non approvare la legge proposta dall'assessore Remaschi che permetterà l'abbattimento indiscriminato degli ungulati nella nostra Regione per i prossimi tre anni.

La Toscana è famosa nel mondo e nella storia per la bellezza dei suoi boschi e per il suo passato di riforme illuminate. Non permettete che un massacro cruento ed evitabile come quello proposto avvenga a spese di animali innocenti (ricordiamoci che il cinghiale che oggi popola i nostri boschi è un ibrido voluto dall'uomo) e a danno di chi vive ancora oggi i boschi e la campagna.

Io mi sono trasferita da Firenze alla campagna per amore del nostro territorio e come me tantissime persone in tutto il mondo condividono questo amore.

La Toscana sarà boicottata dai turisti, i nostri boschi saranno pericolosi e animali sacrificati. Ci sono metodi alternativi per contenere la diffusione di queste specie e aiutare l'agricoltura che non la caccia. Per favore ascoltateci, ricordate la nostra storia e non fate che la nostra Regione sia colpevole di una tale vergogna».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.