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La piccola esploratrice contro la pesca a strascico nell’Artico (VIDEO)

I pescherecci sempre più a nord, in zone prima erano inaccessibili perché ricoperte dal ghiaccio
 |  Natura e biodiversità

Greenpeace, in collaborazione con l'agenzia creativa britannica Don't Panic,  ha pubblicato il video "La piccola esploratrice", per mettere in luce l'impatto distruttivo che ha la pesca a strascico sul fragile ecosistema sottomarino dell'Artico e la scia di distruzione che semina.

Dopo il video vincitore del Festival internazionale della creatività Leoni di Cannes e del Premio D&AD (Design & Art Direction), "Everything is NOT Awesome", il cui successo ha contribuito alla fine della partnership durata cinquant'anni tra Lego e Shell, Greenpeace ora «chiede al settore della pesca industriale di fermare la pesca a strascico nel Mare di Barents e nelle acque intorno alle Svalbard per proteggere un ecosistema fragile, e al governo norvegese di crearvi un'area marina protetta. La campagna si batte inoltre perché la grande distribuzione interrompa i rapporti commerciali con i fornitori coinvolti nella pesca distruttiva in queste acque».

Sono sempre di più i pescherecci a strascico che si spostano sempre più a nord per pescare in zone delicate che prima erano inaccessibili perché ricoperte dal ghiaccio marino e diversi scienziati condividono le preoccupazioni di Greenpeace sull'impatto di questi pescherecci.

Joe Wade, direttore e cofondatore di Don't Panic, sottolinea: «In questo video abbiamo dato vita all'immaginazione di una bambina, per catturare la vera bellezza dell'Artico. È fragile, incantevole e ospita alcune creature uniche al mondo»

Isadora Wronski, responsabile della campagna Artico di Greenpeace, è convinta che «Il successo di “Everything is NOT Awesome” ha mostrato come un video sul web possa avere un impatto globale molto forte. È vitale assicurare un futuro al fragile ecosistema artico: il video della piccola esploratrice trasmetterà questo messaggio a milioni di persone nel mondo».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.