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Montecristo è la prima isola rat-free del Mediterraneo

Dopo 50 mesi non c’è più un ratto e si involano più di 900 Berte minori all’anno
 |  Natura e biodiversità

Oggi il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e il Corpo forestale dello Stato hanno dichiarato ufficialmente rat-free l’isola più protetta della Toscana. Finalmente Montecristo è libera da ratti: «Sono trascorsi ormai 50 mesi dal termine delle operazioni di eradicazione condotte insieme ai tecnici della società Nemo srl di Firenze – spiegano da Montecristo Parco e Cfs – Dopo ben 4 anni di monitoraggio abbiamo la certezza di aver debellato il ratto nero, predatore alieno e nemico pubblico numero uno per gran parte delle specie di uccelli marini protetti.

Michele Baccetti, referente del progetto per l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), sottolinea che «Oggi l’isola è una vera “fabbrica” di Berte minori e molti pulcini volano via per colonizzare altri luoghi. Così la Berta minore, specie in pericolo, con il suo girovagare tra le scogliere del Mediterraneo, consegna un messaggio importante: a volte basta poco per ripristinare equilibri ecologici compromessi dall’opera dell’uomo. Le aree protette sono davvero laboratori a cielo aperto per la conservazione della natura».

Eppure questo progetto di enorme successo, che ha utilizzato e adattato a Montecristo tecnologie e sostanze che nel resto del mondo vengono usate da grandi associazioni ambientaliste come Royal Society for the Protection of Birds, BidLife, Island Conservation, dall’Iucn e da decine di governi, scatenò un’opposizione che vide una strana alleanza tra animalisti e i pochi antiparco rimasti e si parlò di uno sterminio imminente di Capre di Montecristo e uccelli e dell’avvelenamento del mare protetto, arrivando perfino alla presentazione di interrogazioni e mozioni al Comune di Portoferraio e in Palamento e a denunce contro  Parco e Cfs. Una polemica che provocò un durissimo scontro tra Legambiente, che difendeva l’eradicazione dei ratti, e associazioni animaliste che parlavano di inutile strage e di una possibile contaminazione per avvelenamento di un’isola e di un area protette.

Non è avvenuta nessuna delle catastrofi vaticinate da chi metteva in dubbio un’eradicazione gestita da scienziati ed esperti sotto il controllo di istituzioni europee e nazionali e il progetto, sostenuto da Unione europea, ministero dell’ambiente, Regione Toscana e Provincia di Livorno, ha permesso di portare gli involi delle giovani Berte minori (Puffinus yelkouan) - che prima venivano letteralmente tutte mangiate vive dai ratti nei loro nidi/cunicolo – da zero ad oltre 900 all’anno. Un successo così clamoroso ed un’eradicazione così efficace e “pulita” che è arrivato anche  un importantissimo e ambito riconoscimento dalla Commissione Europea: il progetto Montecristo 2010 – unico italiano - è entrato nei 6 finalisti per la categoria “Conservation” del “Natura 2000 Aa awards 2014": premio istituito per «Incoraggiare le “best practices” volte alla conservazione della natura, all’impegno nella protezione della biodiversità nei siti Natura 2000 e alla garanzia di sopravvivenza a lungo termine delle specie e degli habitat più preziosi e minacciati d'Europa» prevalendo tra i 163 progetti candidati e finanziati con lo strumento Life.

Il riconoscimento della Commissione europea era arrivato – stroncando molte polemiche sterili – per «l’importanza dell’attività di eradicazione del ratto dall’Isola di Montecristo per la riproduzione e la sopravvivenza a lungo termine della berta minore (Puffinus yelkouan)».

Il presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e di Federparchi, Giampiero Sammuri allora parlò di «Un riconoscimento importante che ripaga delle difficoltà incontrate» e oggi insieme a tutti i protagonisti di quel progetto festeggia un eccezionale risultato scientifico e ambientale: «Il 12% della popolazione nidificante di berta minore nel Mediterraneo sceglie di riprodursi a Montecristo e grazie alle azioni del progetto si è passati da un successo riproduttivo praticamente nullo a ben il 95%, aumentando così le possibilità di sopravvivenza della specie, classificata come Vulnerabile nella Red list della Iucn».

Di fronte alla prima "grossa" isola rat-free del Mediterraneo (anche Giannutri e l’Isolotto della Scola a Pianosa sono state liberate dai ratti)  le polemiche se le porta il vento, proprio come  le berte minori che hanno ritrovato un nido sicuro nella più misteriosa isola dell’Arcipelago Toscano.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.