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Eni e Val d’Agri, Legambiente: nulla sarà come prima. Nelle mani dei Comuni le sorti del territorio

«Mentre il piano dell’Ente Parco lo redigono consulenti Total a Tempa Rossa»
 |  Natura e biodiversità

La decisione di sospendere l'attività del Cova deve rappresentare un punto di non ritorno, la salute e l'ambiente della Basilicata prima di qualsiasi altro interesse.

Dopo le cisterne sfondate, pozzetti che perdono, valvole che saltano, ora anche la proposta di un minidepuratore “portatile”.

Un'incapacità cronica e manifesta, da parte di Eni, a restare in Val d’Agri.

La giustizia faccia il suo corso, ma intanto è il momento di avviare la ‘dismissione’ di questa esperienza novecentesca e di mettere in campo il futuro, fondato sulla convinzione che non vi può essere sviluppo – in Val d’Agri e in Basilicata - senza qualità ambientale e qualità sociale, ingredienti fondamentali per realizzare un progetto atto a trasformare in positivo il rapporto tra economia e ambiente. proteggere le aree ricche di biodiversità e gli ecosistemi particolarmente fragili, garantendone la conservazione; fare dell’ambiente naturale, del paesaggio culturale, dell’identità e della coesione sociale, in quanto tratti caratteristici del nostro territorio, i principali elementi costitutivi del nostro sviluppo (dal turismo, all’agricoltura, all’enogastronomia), puntare, con un impegno forte, sul fronte dell’innovazione e della conoscenza che possono essere un valore aggiunto per garantire il successo ai nostri territori.

E in un contesto in cui la Regione Basilicata mostra una certa volubilità rispetto al tema – dal si al referendum alla sospensione ‘accompagnata’ del Cova – e l’Ente Parco dell’Appennino lucano affida la redazione del proprio piano di azione a consulenti umbri di Total per Tempa rossa, devono essere i  Comuni del territorio, magari con il coordinamento di un rifinanziato e rinnovato Piano operativo Val d’Agri, ad avere il compito di cogliere che questo è il momento delle scelte; non è più tempo di tentennamenti, ma piuttosto di scegliere con decisione e consapevolezza  il futuro della Basilicata e della Val d’Agri, che non può di certo essere legato al fossile, modello destinato inevitabilmente a soccombere.

In questo contesto ci saremmo aspettati dal Governo nazionale un’azione forte sull’Eni, che negli ultimi anni è sempre protagonista di incidenti ed inchieste giudiziarie in Basilicata, e non puerili e pericolose difese d’ufficio.

L’Eni deve essere richiamato soprattutto dal Governo al rispetto delle leggi e delle popolazioni valligiane.

Il ripristino di una condizione di legalità e trasparenza, l’avvio di programmi di bonifica e, soprattutto, di compensazione socio-ambientale sono le esigenze strategiche del territorio. Oltre ad aggiornare l’approccio alle dinamiche occupazionali: recuperare la convinzione dell’importanza della qualità, anche delle condizioni di lavoro, come elemento di garanzia ad sviluppo territoriale effettivo, duraturo e intelligente. Non cogliere le nuove prospettive, anche e soprattutto in campo occupazionale, significa destinarsi alla marginalità o all’emigrazione. E non possiamo pensare che dopo vent’anni di disastri più o meno annunciati, gli Amministratori dei nostri territori siano così miopi da non accorgersene.

di Legambiente Circolo Val d’Agri

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.