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L’Onu dichiara il 2021 – 2030 decennio delle scienze oceaniche (VIDEO)

Azoulay (Unesco): l’oceano ricopre il 71% del globo, ma ne abbiamo esplorato meno del 5%
 |  Natura e biodiversità

Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2021 – 2030  “Decade of Ocean Science for Sustainable Development” (Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile) e spiegano che «Questa iniziativa punta a mobilitare la comunità scientifica, i policy-makers, il business e la società civile intorno a un programma comune di ricerca e di innovazione tecnologica«

La proclamazione del decennio delle scienze oceaniche è il frutto dell’impegno dell’Intergovernmental oceanographic commission (Ioc) dell’Unesco per favorire la cooperazione internazionale nel campo delle scienze oceaniche e permetterà di coordinare i programmi di ricerca, dei sistemi di osservazione, di sviluppo delle capacità, di pianificazione dello spazio marittimo e di riduzione dei rischi marini, per migliorare la gestione delle risorse degli oceani e delle zone costiere.

La Direttrice generale de l’Unesci, Audrey Azoulay si è felicitata per questa proclamazione e ha chiesto a tutti gli stakeholders  (praticamente tutti i Paesi del mondo meno Usa e Israele) di unirsi agli sforzi dell’Agenzia culturale dell’Onu  nel campo della cooperazione scientifica. La  Azoulay ha sottolineato che «L’oceano è la nostra nuova frontiera. Ricopre il 71% del  globo, ma lo conosciamo appena e ne abbiamo esplorato meno del 5% Questo decenni ci permetterà di coordinare gli sforzi di ricerca. L’Intergovernmental oceanographic commission de l’Unesco è fiera di essere alla testa di questi sforzo mondiale».

Per soddisfare i propri bisogfni, circa 3 miliardi dfi persone dipendono direttamente dalla biodiversità marina e costiera. L’Oceano assorbe circa un gterzio della CO2 di origine antropica e attenua gli effetti del riscaldamento globale. Ma la scienza non è ancora in grado di valutare gli effetti cumulativi delle attività umane, dell’inquinamento, del riscaldamento e dell’acidificazione sulla salute degli oceani, effetti che minacciano ambienti vitali per la sopravvivenza della specie umana e dell’intero pianeta. Secondo il  Global Ocean Science Report dell’Ioc, «Le spese nazionali dedicate alle scienze oceaniche rappresentano solo tra lo 0,04% e il 4 % del totale investito in ricerca & sviluppo».

L’Unesco ricorda che «Per sondare l’Oceano sono necessarie navi ed equipaggiamenti da ricerca,  satellite imaging, il ricorso a robot sottomarini o a dei ROV - remotely controlled vehicles che richiedono investimenti importanti. Le scienze oceaniche dipendono anche dalla raccolta e dal trattamento di dati da parte di migliaia di scienziati che lavorano in mere o in dei laboratori. Una delle priorità del Decennio sarà quella di rafforzare e diversificare le fonti di finanziamento, in particolare per i Piccoli Stati Insulari in via di sviluppo e per i Paesi meno avanzati. Apportando delle soluzioni sia naturali che innovative alle grandi sfide planetarie, dal cambiamento climatico all’eradicazione della povertà, lo sviluppo delle scienze oceaniche è essenziale al nostro equilibrio sociale, economico e ambientale. Questo decennio porrà le basi per un quadro internazionale di coordinamento e partnership che rafforzerà le capacità di ricerca nelle scienze marine e il trasferimento di tecnologia».

Il Decennio delle scienze oceani che dovrebbe anche permettere di accelerare l’attuazione dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 14 per la salvaguardia e lo sfruttamento sostenibile dell’Oceano, dei mari e delle risorse marine. L’Onu conclude: «Questa proclamazione conferma il sostegno apportato all’iniziativa dell’Ioc – Unesco da parte degli Stati membri delle Nazioni Unite  durante l’UN Ocean Conference (5-9 giugno 2017, New York) e al momento dell’adozione della Ministerial Declaration on Oceans and Human Health (8 settembre 2017, Lisbona)».

Redazione Greenreport

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