
La Commissione Ue presenta il pacchetto di semplificazione della Pac, critiche dalle sigle ambientaliste

La Commissione europea ha presentato un pacchetto che semplifica la politica agricola comune. L’obiettivo, spiegano da Bruxelles, è quello di sostenere gli agricoltori e rafforzarne la competitività a livello globale. «Gli agricoltori di tutta l'UE sono soggetti a pesanti obblighi amministrativi che spesso non riflettono la realtà sul campo. Questo onere normativo richiede tempo e genera costi per gli agricoltori e le amministrazioni nazionali. Porta a una minore accettazione degli obblighi e può anche scoraggiare gli investimenti», si legge nel documento diffuso per segnalare l’iniziativa. Per semplificare la politica agricola comune (Pac) e rafforzare la competitività degli agricoltori, la Commissione europea vuole agire gli oneri amministrativi, i controlli, l'attuazione, la risposta alle crisi e le esigenze di investimento del settore. Le modifiche messe sul piatto da Bruxelles potrebbero far risparmiare fino a 1,58 miliardi di euro all'anno per gli agricoltori e 210 milioni di euro per le amministrazioni nazionali, rendendo al contempo i pagamenti, alcuni obblighi e gli strumenti di crisi più flessibili e più facili da gestire.
L’iniziativa avanzata dalla Commissone Ue fa parte di un più ampio sforzo di semplificazione in linea con la bussola per la competitività dell'Ue e sostiene, oltre appunto alla competitività, anche la resilienza e la digitalizzazione del settore agricolo, come pure, in particolare, i giovani agricoltori e gli agricoltori biologici. «Per renderlo più interessante, il limite del pagamento forfettario annuale - cioè un unico esborso annuale - per i piccoli agricoltori sarà aumentato da 1.250 a 2.500 euro – si legge nel documento diffuso da Bruxelles – Lo scopo di questi pagamenti per i piccoli agricoltori è promuovere una distribuzione più equilibrata del sostegno, rafforzare la vitalità delle zone rurali in cui le piccole aziende svolgono un ruolo economico fondamentale e ridurre gli oneri amministrativi sia per gli agricoltori che per le autorità. Questi agricoltori saranno inoltre esentati da alcune norme ambientali (condizionalità) e potranno beneficiare di pagamenti che premiano l'agricoltura ecocompatibile (eco-schemi)». Il pacchetto di semplificazione mira a «tenere meglio conto delle diverse pratiche agricole e delle condizioni locali, riducendo al contempo la sovrapposizione con le norme nazionali esistenti». Ad esempio, spiega la Commissione Ue, «le aziende agricole biologiche certificate saranno automaticamente considerate conformi ad alcuni dei requisiti ambientali dell'Ue ai fini del finanziamento».
Il pacchetto di semplificazione incassa però diverse critiche da parte di organizzazioni ambientaliste e associazioni impegnate nella sfida della transizione green. L’European environmental bureau sottolinea che gli agricoltori di tutta Europa stanno affrontando i gravi impatti della crisi climatica, della natura e dell'inquinamento, ma invece di rafforzare gli standard ambientali per sostenere la resilienza delle aziende agricole, le modifiche proposte dalla Commissione Ue indebolirebbero ulteriormente le poche misure verdi obbligatorie rimaste dopo l'ultima «semplificazione». Théo Paquet, senior policy officer per l'Agricoltura dell'Eeb, ha dichiarato: «Senza una sufficiente valutazione d'impatto o una reale consultazione pubblica, la Commissione europea ha ancora una volta disinvoltamente eliminato le protezioni della natura e del clima nel più grande bilancio europeo, la Politica agricola comune. Queste decisioni miopi non solo ostacoleranno la resilienza delle aziende agricole (grazie ai numerosi benefici offerti da ecosistemi sani), ma mettono in discussione la legittimità della Pac, che si allontana ulteriormente dai suoi obiettivi ambientali e climatici». L’Eeb preoccupato soprattutto per l’indebolimento della protezione dei pascoli (Buone condizioni agronomiche e ambientali. Secondo la proposta infatti, le aree di pascolo permanente (che rilasciano grandi quantità di carbonio quando vengono arate) possono ora essere ridotte del 10% (dal 5%) rispetto al livello di riferimento del 2018 prima che gli Stati membri siano tenuti a imporre obblighi di riconversione in pascoli. L’Eeb segnala anche l’indebolimento della protezione delle torbiere e delle zone umide: la Commissione Ue propone infatti di consentire agli Stati membri di utilizzare la legislazione nazionale esistente per definire le norme di questo comparto e di pagare gli agricoltori per conformarsi a tali norme. Ciò consentirebbe di utilizzare il denaro pubblico per finanziare la mera osservanza della legge, il che comprometterebbe il principio secondo cui il denaro pubblico dovrebbe essere utilizzato solo per finanziare ciò che è aggiuntivo rispetto ai requisiti obbligatori. Si tratta di un'occasione persa per rafforzare le già deboli protezioni per le zone umide e le praterie vitali, segnala l’Eeb, che costituiscono un enorme serbatoio di carbonio, filtrano e immagazzinano acqua e proteggono i terreni agricoli dagli impatti climatici. I finanziamenti dovrebbero invece essere concessi agli agricoltori che vanno anche oltre le regole prescritte e si impegnano in un'effettiva riumidificazione di queste aree. E ancora, eliminazione dei collegamenti tra la PAC e la nuova legislazione ambientale e climatica (in particolare gli articoli 120 e 159): questo non solo segna un passo indietro negli sforzi dell'Ue per realizzare una “PAC più verde”, segnala l’Eeb, ma va contro i requisiti stabiliti nei trattati dell'Ue per garantire che gli sforzi di sostenibilità siano integrati in tutte le politiche.
Non c’è solo l’European environmental bureau a criticare questa «semplificazione» proposta da Bruxelles. Il Corporate Europe observatory (Ceo) sostiene che si sta andando verso una situazione di vera e propria «deregolamentazione». Il pacchetto presentato dalla Commissione euroepea, dice l’organizzazione non profit che si occupa di analizzare e documentare l'influenza delle lobby aziendali sui processi decisionali dell’Ue, «ci allontana ulteriormente dalla strategia Farm to Fork del Green deal dell'Ue»: «Sebbene vi siano proposte a cui pochi si opporranno, come alcune limitate misure di sostegno per i piccoli agricoltori e gli agricoltori biologici, nel complesso le proposte riducono ulteriormente lo spazio per una politica agricola europea che contribuisca veramente a combattere le crisi del clima e della biodiversità». Inoltre, dichiara il Ceo, il cosiddetto Dialogo strategico per il futuro dell'agricoltura dell'Ue, presentato dalla presidente della Commissione von der Leyen come base di una nuova visione per la politica agricola dell'Ue, «non sembra essere altro che una trovata di pubbliche relazioni»: «Il messaggio principale del dialogo strategico era quello dell'urgenza: “dobbiamo agire ora” e “dobbiamo allineare l'agricoltura ai confini del pianeta”. Ma la Visione per l'agricoltura proposta dal commissario all'Agricoltura Hansen ha completamente ignorato queste conclusioni».
L'idea della semplificazione avanzata da Bruxelles è quella di snellire la legislazione e semplificare la vita degli agricoltori. Tuttavia, sottolinea il Corporate Europe observatory, il pagamento supplementare di 1250 euro all'anno non annullerà strutturalmente il grande squilibrio dei pagamenti nell'ambito della Pac, in base al quale l'80% dei pagamenti va al 20% delle aziende agricole più grandi. Inoltre, continua il Ceo, l'equilibrio tra agricoltura ed ecologia peggiora con questa proposta, mentre è fondamentale per gli stessi agricoltori. Come hanno affermato Via Campesina e Organics Europe lo scorso anno, quando la Commissione Ue ha annunciato la prima semplificazione della Pac, «sebbene sia necessario ridurre gli oneri amministrativi per gli agricoltori, ciò non deve tradursi in un abbassamento delle ambizioni ambientali e in un'ulteriore esacerbazione dell'impatto del cambiamento climatico e del crollo della biodiversità di cui gli agricoltori sono già testimoni. Al contrario, qualsiasi revisione della legislazione europea dovrebbe rafforzare e proteggere i modelli di agricoltura più sostenibili, biologici e agroecologici e preparare la necessaria transizione del sistema agroalimentare europeo».
