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Dammi una pinna: i delfini e la cooperazione

Ricercatori giapponesi scoprono nei tursiopi un comportamento finora osservato negli scimpanzé, oranghi ed esseri umani
 |  Natura e biodiversità

Per le specie sociali la cooperazione è una delle abilità più importanti: dalla caccia alla riproduzione e fino all’educazione dei cuccioli ha permesso a molti animali, compresi gli esseri umani, di sopravvivere e prosperare. Stiamo ancora scoprendo e comprendendo meglio dettagli su come gli animali cooperano, ma team di ricercatori giapponesi del Primate Research Institute della Kyoto University, della Kindai University e del Kagoshima City Aquarium che hanno pubblicato su PeerJ lo studio “Cooperation in bottlenose dolphins: bidirectional coordination in a rope-pulling task”si sono concentrati sul grado di cooperazione e sulle capacità cognitive necessarie per realizzarla.

Gran parte delle osservazioni dei comportamenti cooperativi deriva da studi sugli animali terrestri, mentre per le specie acquatiche ci sono dati relativamente scarsi. I ricercatori giapponesi fanno prendono ad esempio i delfini: «Sono ben noti per operare in gruppi sociali - un gruppo di delfini è un branco - in una "società di fusione a fissione", in cui i gruppi si fondono e si dividono nel tempo. Precedenti studi hanno anche suggerito che i delfini possano comprendere il ruolo di un partner nei compiti cooperativi. Tuttavia, a causa della complessa meccanica degli esperimenti convenzionali, era difficile determinare come questo comportamento fosse caratterizzato nei delfini».

I ricercatori hanno quindi deciso di studiare la cooperazione tra delfini semplificando le precedenti condizioni sperimentali e il principale autore dello studio, Chisato Yamamoto del Primate Research Institute, spiega che «Nella nostra indagine, volevamo scoprire in che modo i delfini tursiopi coordinano il loro comportamento cooperativo. Abbiamo dato loro il compito di tirare la corda di Hirata: dove due delfini tirano simultaneamente le estremità opposte di una corda per ricevere ricompense. L’Hirata Task, o cooperative pulling paradigm, è stato utilizzato per dimostrare che un numero significativo di animali - tra cui scimpanzé, cani ed elefanti - ha abilità cooperative. E sembra che i delfini siano altrettanto cooperativi».

Nel loro test, i ricercatori giapponesi hanno prima inviato un tursiope a iniziare ad interagire con la corda di Hirata e dopo pochi secondi è stato inviato un follower. Hanno quindi visto che «l'iniziatore ha aspettato che il suo partner si aggregasse alla risoluzione del compito e che il follower coordinasse la sua velocità di nuoto per adattarsi al comportamento dell'iniziatore».

Yamamoto sottolinea che precedentemente iniziatori e follower che lavorano e si coordinano insieme per risolvere un problema erano stati osservati solo tra gli scimpanzé e gli oranghi, «Ma i delfini sembrano essere più flessibili nel loro coordinamento, in grado di cambiare le loro azioni a seconda di dove si trova il loro partner».

Il capo del team di ricerca, Masaki Tomonaga conclude: «Questa coordinazione è probabilmente radicata nei loro schemi di comportamento affiliativo, un metodo di interazioni sociali che funziona per rafforzare i legami sociali con un gruppo. Il nuoto sincronizzato è uno di questi comportamenti affiliativi. In che modo le caratteristiche sociali influenzano i sistemi cooperativi può essere una delle domande importanti che riveleranno l'evoluzione della cooperazione nei mammiferi».

Redazione Greenreport

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