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«In questi luoghi non si rispetta la norma e si calpesta il diritto sacrosanto delle persone di poter andare in spiaggia. Redigere subito i piani comunali di utilizzazione degli arenili»

Dossier spiagge libere: nel Lazio 5 comuni oltre i limiti di legge

Legambiente: più del 50% di spiaggia concessa e poca spiaggia libera a Ostia, San Felice Circeo, Terracina, Sperlonga e Minturno
 |  Natura e biodiversità

Secondo l’articolo 7 della legge regionale 8 del 2015, “Disposizioni relative all'utilizzazione del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative” della Regione Lazio, «I Comuni sono tenuti a riservare alla pubblica fruizione una quota pari ad almeno il 50% dell’arenile di propria competenza», ma dagli ultimi dati disponibili, pubblicati proprio da Regione Lazio e analizzati dai tecnici di Legambiente Lazio, «Tra i 24 comuni costieri sono cinque quelli dove questo limite viene oltrepassato: Roma (Ostia), San Felice Circeo, Terracina, Sperlonga e Minturno».

Goletta Verde e Legambiente Lazio denunciano che «A Ostia (Roma) sono date in concessione a stabilimenti il 51,2% delle spiagge, a San Felice Circeo (Latina) il 50,2%, a Terracina (Latina) il 54,6% dell’intero litorale (dato sul quale sono in corso specifici approfondimenti a cura del circolo locale di Legambiente in collaborazione con il Coordinamento nazionale Mare Libero), a Sperlonga (Latina) il 63,2% e a Minturno(Latina) il 55,1%.  Anche a Nettuno (Roma) le spiagge concesse sono il 64,31%, percentuale che si abbassa al 41,5% e dunque rientrando in quella prevista dalla normativa, solo grazie all’arenile dell’area militare di Torre Astura dove, secondo la convenzione con Ministero della Difesa, è consentito l’accesso in 1.800 metri di spiaggia nei mesi di luglio e agosto e nei fine settimana».

Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, sottolinea che «In cinque comuni non viene rispettata la norma regionale e lì sono meno della metà le spiagge libere sul litorale. in questi luoghi si calpesta il diritto sacrosanto delle persone di poter andare in spiaggia senza dover pagare e, a cinque anni dall’approvazione della giusta legge regionale, è incredibile che non si sia riusciti a farla rispettare o che non si sia voluto. I Piani comunali di utilizzazione degli arenili, strumento attraverso il quale ciascuna amministrazione avrebbe dovuto correggere eventuali eccessi di concessione, non sono stati redatti o approvati nonostante una norma giustissima e chiara come il sole».

In termini di continuità di litorale senza alcuna spiaggia libera, Il record negativo assoluto nel Lazio è di Roma, a Ostia in quello che proprio i dossier di Legambiente nel 2008, ribattezzavano il “Lungomuro”, nel tratto che va dal Canale dei Pescatori alla spiaggia libera di fronte al Camping Castelfusano: 3.450 metri lineari di lungomare dove ci sono decine di stabilimenti uno dopo l’altro.

Scacchi conclude: «Nel litorale di Roma è evidente l’eccessivo numero di stabilimenti balneari ed è chiaro che non sarà di certo il PUA in corso di approvazione, poco incisivo, a riportare la normalità. La quasi totalità delle spiagge libere romane sono nella magnifica area di Castelporziano e Capocotta, mentre nell’area urbana c'è una continuità assurda di concessioni e piccole spiagge libere che si contano sulle dita di una mano.  l record di tre chilometri e mezzo senza spiagge libere e senza alcun varco per raggiungere il mare è la conseguenza del lungomuro che ancora esiste, perché in tanti, negli anni, hanno permesso che fosse eretto e perché oggi si continua a non fare niente per abbatterlo».

Redazione Greenreport

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