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Peste suina africana, iniziativa Fao e Oie per fermare la diffusione di una malattia mortale

Preoccupano anche i casi riscontrati nei cinghiali. Governi e professionisti del settore si uniscono per agire
 |  Natura e biodiversità

La peste suina africana (African swine fever - ASF) si sta propagando rapidamente in Paesi nei quali vengono colpiti la sicurezza alimentare e i mezzi di sostentamento di alcune delle popolazioni più vulnerabili del pianeta e per questo la Fao e la World Organisation for Animal Health (OIE)  hanno rivolto un appello congiunto a tutti i governi e ai loro partner a unire le forze per contenere questa malattia mortale che sta colpendo suini domestici e selvatici.

Nei maiali e nei cinghiali il tasso di mortalità della peste suina africana può raggiungere il 100% e non esiste un vaccino efficace. Il virus non può infettare gli esseri umani, ma l'allevamento di suini è essenziale in molte economie, così come per la sicurezza alimentare e il sostentamento di milioni di persone. Questa malattia mortale continua a diffondersi e causare ancora più danni a causa dell'impatto socio-economico del Covid-19.

L’ASF è una malattia complessa che sopravvive per lunghi periodi di tempo nei prodotti suini e nell'ambiente, rendendone il controllo e l'eradicazione molto difficili. Destano preoccupazione anche i casi riscontrati nei cinghiali, non solo per il loro potenziale ruolo nella trasmissione delle malattie, ma anche nella gestione della biodiversità e della fauna selvatica.

La Global Control of ASF Initiative, lanciata recentemente otto l’egida del Global Framework for the Progressive Control of Transboundary Animal Diseases (GF-TADs), punta ad aiutare il settore suinicolo, a tutti i livelli, a coordinare e rafforzare le misure di lotta alla peste suina per minimizzare l’incidenza di questa malattia complessa e difficile da eradicare.

Fao e Oie vogliono riunire governi, professionisti del settore e specialisti e stanno presentando in questi giorni l’iniziativa in una Call to Action event che si concluderà il 30 ottobre.

Fao e Oie sono molto preoccupate: «La propagation dell’ASF non mostra alcun segno di rallentamento. Dalla sua comparsa nella regione, questa malattia contagiosa ha provocato la perdita di oltre 7 milioni di suini in Asia. Attualmente più di 50 Paesi di Africa, Asia ed Europa sono colpiti e i Paesi del continente americano cercano di impedire l’entrata della malattia sul loro territorio».

Il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, ha sottolineato che «Il  nostro obiettivo è prevenire la diffusione e, infine, eradicare questa malattia, sulla base della conoscenza scientifica, delle migliori pratiche e degli ultimi standard internazionali. Se questa malattia non viene controllata, metterà a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Invito tutti gli stakeholders ad agire per fermare la diffusione della malattia. ASF, promuovere la salute e il benessere degli animali e salvaguardare i mezzi di sussistenza degli allevatori».

La direttrice generale dell'OIE, Monique Eloit, ha ricordato che «Oggi nessun Paese è al sicuro dalla peste suina africana. Il numero di Paesi in tutto il mondo che segnalano focolai all'OIE continua ad aumentare. Questa è la più grande epidemia di malattie animali della nostra generazione. E’ necessario investire in modo sostenibile nei servizi veterinari e attuare efficacemente gli standard internazionali, in particolare quelli relativi alla biosicurezza e alla sorveglianza, al fine di ottenere il controllo globale dell'ASF».

Un settore o un Paese da soli non sarà in grado di portare l’ASF globalmente sotto il controllo, ma Fao e OIE sono convinte che, grazie a uno sforzo coordinato, tutti gli attori del settore suinicolo che aderiscono alla Global ASF Initiative possono aiutare a: proteggere i mezzi di sussistenza delle comunità vulnerabili;  preservare la salute e il benessere degli animali; contribuire alla stabilizzazione del settore della suinicoltura, nonché a quello dei prezzi della carne e dei mangimi nel commercio regionale e internazionale e, quindi, contribuire alla sicurezza alimentare; garantire che le persone abbiano accesso a cibi nutrienti, al fine di consentire a tutti di vivere in buona salute e promuovere il benessere.

Nell'ambito della Global ASF Initiative, la Fao e l'OIE chiedono ai membri e ai partner di: condurre analisi di rischio nazionali e rafforzare la gestione del rischio, comprese le politiche di pianificazione di emergenza, prevenzione, diagnosi precoce, risposta rapida e compensazione volte a contribuire alla ripresa del settore;  continuare a svolgere numerose attività di sensibilizzazione sulla mitigazione del rischio dell’ASF tra agricoltori, veterinari, macellai, cacciatori, fornitori di mangimi e altri attori della catena del valore; incoraggiare e sostenere l'adozione di buone pratiche di biosicurezza, essenziali per prevenire l'ulteriore diffusione dell’ASF; continuare e rafforzare le ispezioni alle frontiere, al fine di prevenire la diffusione di malattie tra i Paesi a causa di pratiche illegali come il traffico di suini, prodotti a base di carne di maiale e animali vivi durante i viaggi e la migrazione; completare la ricerca sull'ASF, al fine di sviluppare e validare possibili vaccini, nonché le corrispondenti strategie di vaccinazione; supportare una migliore diagnostica di laboratorio e strumenti di screening rapido per l’ASF; sviluppare un approccio globale al controllo dell’ASF  nella fauna selvatica, che tenga conto di tutti i tipi di suini; incoraggiare la solidarietà e la cooperazione tra Paesi con diversi livelli di esperienza, di risorse e capacità di prevenzione e controllo dell’ASF; incoraggiare partenariati pubblico-privati ​​volti a investire nella mitigazione del rischio e nella gestione dell’ASF.

Redazione Greenreport

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