A marzo potrebbe essere la volta buona per la nascita del Parco nazionale della Costa teatina
n parco nazionale istituito per legge nel 2001 e mai realizzato. È questa la vicenda della Costa teatina, un tratto di litorale abruzzese tra i più suggestivi dell’Adriatico, ricco di biodiversità e con un’identità paesaggistica rara, che da quasi un quarto di secolo aspetta la tutela promessa dal Parlamento.
La legge 93 del 2001 istituiva infatti il Parco nazionale della Costa teatina, destinato a diventare il primo parco costiero d’Abruzzo; la nascita del Parco ha interessato persino la Corte costituzionale che con sentenza n. 422 del 7 ottobre 2002 dichiarò non fondata la questione di legittimità costituzionale della legge istitutiva del Parco sollevata dalla Regione Abruzzo.
Nel 2015, un commissario ad acta nominato dalla Presidenza del Consiglio aveva perfino definito la perimetrazione e le misure di salvaguardia. Da allora, però, tutto si è arenato. Fino a ora. L’ordinanza collegiale del TAR Abruzzo - Sezione di Pescara del 15 dicembre scorso che ha richiesto alla Regione Abruzzo di produrre entro 60 giorni una “dettagliata relazione sui fatti di causa, con cui si controdeduca sulle specifiche censure articolate in ricorso”, fissando per il 16 marzo 2026 una nuova camera di consiglio per giungere alla decisione.
«Siamo felici che, grazie al nostro ricorso, finalmente sia ripartito il procedimento per far arrivare il Parco Nazionale della Costa Teatina alla sua reale istituzione – commenta Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Italia – È una vergogna che interessi localistici tengano ferma un’area protetta nazionale votata dal Parlamento, sulla quale si è pronunciata la Corte costituzionale e per la quale è stato nominato anche un commissario di governo. Quello che possiamo auspicare è che Regione e Ministero dell’Ambiente vogliano cogliere questa occasione e, prima della prossima udienza del TAR, si attivino presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per giungere alla nascita del Parco. Rivolgo un appello in tal senso al Ministro Pichetto Fratin e al Presidente regionale Marsilio affinché si assumano la responsabilità di sanare una situazione che si trascina da un quarto di secolo».